I componenti della lista “Io resto in Calabria” e
l’aspirante presidente della Regione Pippo Callipo hanno avuto un briefing a
Pizzo nel corso del quale, oltre agli auguri di buon 2020, i candidati hanno
espresso compiacimento per come Callipo «ha saputo imprimere il rispetto dei
concetti di novità e trasparenza nella compilazione delle liste che lo
sosterranno nella corsa verso la Cittadella. L’operazione, assolutamente nuova
nella storia del regionalismo calabrese, adesso deve indurre i calabresi ad
assumersi le loro responsabilità nella scelta che dovranno fare il 26 gennaio.
Da un lato il volto di un imprenditore di successo internazionale che intende
trasformare la Regione in un ente finalmente utile per i cittadini e,
dall’altro, un’aggregazione tenuta insieme dal desiderio di occupare spazi di
potere e che si avvale di numerosi collezionisti di “consenso-assistito”. Da un
lato il desiderio di ridare alla Calabria voce e ruolo nello scenario nazionale
attraverso progettualità puntuali che sappiano fermare la fuga dei nostri
giovani e una serrata battaglia per la legalità, dall’altro un insieme di volti
ben noti ai calabresi che ripeteranno le gesta fallimentari di esperienze di
centrodestra (e per qualcuno di centrosinistra). Un assembramento che per di
più ha ceduto ingloriosamente alle imposizioni della Lega che vorrebbe fare
della Calabria una riserva di caccia del Nord».
«Ci muoviamo lungo le direttrici – aggiungono i candidati di “Io resto in
Calabria” – indicate dal presidente Sergio Mattarella nel discorso di fine
anno. Convinti che per risalire la china, e colmare il gap con il Nord, il Sud
e la Calabria debbano liberarsi del trasformismo più spavaldo e di ogni forma
di gattopardismo».
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Pippo Callipo ha salutato i suoi candidati con una delle espressioni già divenute note in tutta Italia: «In Calabria dobbiamo fare una rivoluzione dolce! Dobbiamo portare in ogni territorio le idee che abbiamo e che sono in parte sintetizzate nel nostro programma politico, ma occorre anche parlare chiaro. Noi ce la stiamo mettendo tutta per archiviare i metodi della vecchia politica clientelare e lo stiamo facendo con coraggio e mettendoci la faccia. Ma gli elettori devono aprire gli occhi e riflettere: solo noi calabresi possiamo risolvere i nostri problemi ed essere artefici del nostro destino».