Gio. Apr 25th, 2024

L’Eurodeputata del Movimento 5 Stelle: «Bisogna sostenere i produttori olivicoli che si trovano ad affrontare una crisi senza precedenti»

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«Per Calabria, Puglia e altre regioni del Sud Italia, in cui la produzione dell’olio extravergine 100% italiano rappresenta un comparto strategico e primario per l’economia, il crollo dei prezzi è fonte di seria preoccupazione». L’eurodeputata del Movimento 5 stelle, Laura Ferrara, interviene sulla crisi dell’olio che sta mettendo in ginocchio i produttori così come segnalato anche da Confagricoltura. «In Calabria molti produttori olivicoli lamentano da tempo gravi difficoltà – afferma la Ferrara – e ciò avviene anche in altre regioni italiane. Lo scenario è desolante. Negli ultimi mesi il calo dei prezzi dell’olio, che sui valori massimi all’origine tocca i 3 euro al chilogrammo, sta fomentando la delusione e la rabbia nelle campagne poiché molti produttori olivicoli della regione non riescono più a coprire i costi di conduzione dell’oliveto. La delusione e la rabbia sono rese ancora più esasperate dal fatto che i depositi sono pieni. In Calabria, secondo Frantoio Italia, al 31 gennaio 2020, erano giacenti 15.827 tonnellate di olio extravergine sfuso e oltre 452mila litri di olio evo in bottiglia, tutto di produzione locale». «Secondo alcune associazioni di categoria – continua la Ferrara – le criticità del settore sono da ricondurre a molteplici fattori: dalle contraffazioni, all’invasione di olio straniero a dazio zero, al falso made in Italy. Un problema che si riflette anche sul consumatore, il quale rischia di vedere sugli scaffali dei supermercati sempre più oli di provenienza straniera e non tracciabili». «Stiamo assistendo ad una crisi storica di questo settore – continua l’Eurodeputata – e i ribassi arrivano anche al 40%. Per questo chiedo alla Commissione quali misure urgenti intende adottare per sostenere i produttori olivicoli che si trovano ad affrontare una crisi senza precedenti e se intende tutelare il settore olivicolo sollecitando un’intensificazione dei controlli per arginare fenomeni di contraffazione e di falso made in Italy». «Più volte il Movimento 5 stelle in Europa, anche nella passata legislatura, ha denunciato le politiche commerciali e gli accordi internazionali (a dazio zero) che penalizzano l’olio italiano. La produzione di olio in altri Paesi ha costi molto più bassi e la filiera non è tracciabile e di qualità come in Italia. Ritengo che l’Unione europea debba essere sollecitata a promuovere politiche immediate di tutela di un importante settore economico locale che rischia seriamente di essere cancellato».
LA RISPOSTA A FULVIA CALIGIURI «Leggo, non senza preoccupazione, che la senatrice di Forza Italia, Fulvia Caligiuri, intende chiedere alla sua compagna di partito e neo eletta presidente della Regione Calabria, Jole Santelli, di rivedere i limiti imposti nell’uso del glifosato in agricoltura». L’eurodeputata replica anche alle affermazioni della senatrice Caligiuri. «Sin dalla scorsa legislatura il Movimento 5 stelle in Europa – scrive Ferrara – ha chiesto in maniera ferma il divieto del glifosato nell’Unione europea. Una richiesta che arrivava, con ancor più convinzione, alla luce della storica sentenza che ha condannato la Monsanto a pagare un risarcimento record di 289 milioni di dollari a favore di un giardiniere ammalatosi di tumore dopo aver usato un erbicida contenente glifosato. Il nostro obiettivo cammina su binari opposti a quelli della Caligiuri evidentemente, la quale, addirittura, fa appello al fatto che il glifosato non rappresenti un serio rischio per la salute dell’uomo». «Sta crollando il castello di carta di chi vuole far credere che sostanze dichiarate pericolose non abbiano influenza sulla qualità della nostra vita e sul nostro benessere. La salute e il principio di precauzione sono il faro della nostra azione ecco perché, al contrario della Caligiuri, chiediamo al governo regionale calabrese che dovrà insediarsi a breve di promuovere tutte quelle tecniche che già oggi sappiamo essere efficaci e non pericolose, investire in innovazione sana e diffusione della conoscenza e delle pratiche virtuose». «In questo modo – conclude la Ferrara – possiamo alimentare il cambiamento che gli agricoltori si aspettano e avere filiere produttive di alto valore economico e nutrirci di cibi salutari nell’assoluto rispetto dell’ambiente e della vita»

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