Gio. Apr 18th, 2024

È invece partito alla volta della Capitale il Sarcofago delle Muse

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Dopo una fruttuosa “vacanza romana” durata circa un anno, è tornata nella sua dimora, tra i preziosi reperti esposti nel “Casino Macrì”, nell’area del Parco Archeologico di Locri Epizefiri, la statua marmorea del “Togato”. L’opera, infatti è stata esposta per mesi in una importantissima mostra internazionale allestita al “Vittoriano”, a Roma, nel contesto di una più vasta iniziativa promossa dal ministero dei Beni culturali. La statua d’età romana è datata tra il I secolo avanti e il I dopo Cristo e, secondo gli esperti, raffigura un’importante personalità del “Municipium” romano. Fu trovata nel 2003 durante una campagna di scavi nella zona di “Petrara”, in territorio di Locri e, dopo un opportuno restauro, eseguito dal personale specializzato dal personale del Laboratorio di Restauro del Museo locrese, è stata esposta insieme con altri reperti in ambienti al piano terreno della masseria, il “Casino Macrì”, appunto.

Il “Togato” è stato esposto a Roma alla Mostra internazionale allestita dal Polo Museale del Lazio nel complesso del Museo dell’Agro Falisco, nel viterbese. Nel periodo di permanenza a Roma, il posto lasciato vuoto dal “Togato” è stato momentaneamente “preso” dal Sarcofago marmoreo delle Muse.

«Uno scambio di opere tra istituzioni culturali – ha sottolineato Rossella Agostino, direttrice del Museo locrese e del Polo archeologico Locri Epizefiri. – Una positiva operazione di marketing culturale, che rientra in un’ampia progettualità del Mibact finalizzata alla valorizzazione del ricchissimo patrimonio storico-archeologico-culturale italiano». La direttrice Agostino si è detta convinta che «simili operazioni servono soprattutto per il meritato rilancio della Locride e dei suoi Musei, del suo immenso patrimonio. La prossima “scommessa” sarà quella di far conquistare al Museo di Locri una migliore posizione (attualmente è al 4° posto) nella classifica generale calabrese.

La statua del “Togato” è tornata a Locri accompagnata da personale di un’azienda romana specializzata in questi “trasferimenti” di preziose opere d’arte. I tecnici, sotto la continua e scrupolosa direzione del funzionario del Museo, arch. Leonardo Arone, hanno provveduto alla rimozione e imballaggio del Sarcofago delle Muse dato in prestito, e poi alla ricollocazione del “Togato” nella sua sede naturale. Un’operazione durata due giorni, svolta con precisione chirurgica per scongiurare malaugurati danni ai due manufatti.

fonte gazzetta del sud

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