Ven. Apr 19th, 2024

Nonostante l’obbligo previsto dalla legge n.9 del 2007, da mesi non stanzia i fondi per la onlus, costretta dall’1 marzo a licenziare dieci dipendenti per mancanza di fondi

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Una collaborazione ventennale, basata sulla ricerca e il supporto di uno dei centri di eccellenza più importanti non solo in Calabria, ma in tutto il Paese. Quello tra l’Arn Onlus e il Centro regionale di Neurogenetica con sede a Lamezia Terme e diretto da Amalia Bruni è l’esempio lampante di quanto la sinergia tra pubblico e privato – specie in campo scientifico – possa produrre ottimi risultati. Tanti, infatti, i successi raccolti in questi anni eppure insufficienti per ottenere quel riconoscimento doveroso da parte delle istituzioni regionali. Tradotto, non arrivano più i fondi necessari per mantenere in piedi la collaborazione con il conseguente taglio del personale della Arn a partire dal 1° marzo 2020.
L’ASSOCIAZIONE La Arn (Associazione per la Ricerca Neurogenetica Onlus) si è insediata nel centro di neurogenetica inizialmente per promuovere la ricerca scientifica, favorire scambi internazionali con ricercatori di tutto il mondo. Di fatto si tratte del braccio operativo del centro che possiede, tra gli altri, un laboratorio con una enorme banca di tessuti biologici di riferimento mondiale con 6000 campioni tra DNA e plasma e dati per 150mila soggetti fino al 1540.
LA LEGGE E GLI APPELLI Nonostante ci sia una legge regionale (la n.9 del 2007) che impone alla Regione Calabria lo stanziamento di 500mila euro di fondo stabile annuale, dal 2018 sono iniziati i primi intoppi e da oltre 6 mesi non arrivano più i rimborsi, mandando in crisi la onlus che non si è più vista riconoscere le spese sostenute e anticipate. Gli appelli alle istituzioni, regionali e nazionali, l’interesse del segretario del Pd Nicola Zingaretti e la lettera inviata al presidente della Repubblica, Sergio Matterella, non sono stati sufficienti. Tutti passi mossi nelle giuste direzioni, ma con risultati fin qui insufficienti.
LA CONFERENZA STAMPA E intanto oggi, Antonio Laganà, presidente dell’Associazione per la Ricerca Neurogenetica Onlus, ha convocato una conferenza stampa: «Inviare delle lettere con l’avviso di licenziamento – racconta al Corriere della Calabria – è di per sé un problema enorme ma purtroppo siamo arrivati a questo punto. Aver dovuto anticipare somme importanti da parte di un’associazione come la nostra che non ha alcun finanziamento pubblico è stato devastante. I soldi che richiediamo servono al rimborso degli stipendi dei nostri collaboratori e dipendenti, come previsto dalla legge e dalla convenzione».
IL FUTURO Sono circa dieci le persone che – a partire dal 1° marzo – saranno licenziate. Tra loro ci sono assistenti sociali, infermieri, statistici e informatici, cinque assunti a tempo indeterminato, cinque collaboratori con partita Iva. «Purtroppo, al momento, c’è poco da fare. Attendiamo solo i fondi, ma non solo. Tutto il valore aggiunto che questi dipendenti forniscono al centro regionale non ci sarà più con un enorme danno per tutta la comunità non solo locale ma anche regionale».

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