«Mortificati dall’indegnità di pochi, che offusca l’onestà e la laboriosità di tanti»
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«Questa comunità ha bisogno di riscatto. Sa che ciò che conta è vivere con dignità e onestà la propria vita, è scegliere la via della legalità e del bene. Non vuole, in nessun caso, scendere a compromesso col male. Non solo, ma quando si accorge che un parente o una persona vicina ha imboccato una strada sbagliata, vuole agire secondo lo stile cristiano della correzione fraterna». Sono le parole che il vescovo Francesco Oliva ha affidato alla comunità di Platì a conclusione della visita pastorale.
Monsignor Oliva esordisce rivolgendosi ai fedeli di Platì e ai sacerdoti che guidano la comunità: «A voi, cari fedeli, a te padre Santino e padre Peppe, desidero consegnare alcune riflessioni a conclusione di questa mia visita pastorale. Mi sono sentito uno di voi ed ho condiviso le vostre storie e le sofferenze di tanti, che vivono sostenuti da una fede sincera e spontanea nonostante la malattia. Essi per le famiglie non solo non sono un peso, ma ne fanno parte viva. “Senza di lui non saprei cosa fare, è la mia vita”, diceva una mamma indicando il figlio affetto da grave disabilità. Questo paese – sottolinea il vescovo – risente di antiche ferite che tardano a rimarginarsi e con tanta sofferenza vede compromessa la sua immagine. È un paese che paga per le colpe di alcuni suoi figli, che, anche al di fuori dei confini municipali, hanno contribuito a metterlo in cattiva luce. L’indegnità di pochi offusca l’onestà e la laboriosità di tanti. Ma questo non deve spegnere la speranza. La Comunità platiese non deve arrendersi né scoraggiarsi. Anche se la memoria del passato non può né deve essere cancellata, da essa occorre ritrovare nuovi slanci».
Molti i segni di speranza per il presente e il futuro di Platì: «Ho visto tanta umanità e fragilità, ma anche tanti segni di speranza in questa comunità. Penso al coraggio di tanti giovani di voler restare ad ogni costo nel proprio paese, mettendo su piccole attività agricole ed artigianali. Sono giovani che s’inventano delle attività di lavoro onesto, che creano le condizioni migliori per una vita più dignitosa nel rispetto delle leggi, sfidando un futuro incerto. Sono di esempio per molti».
r.m. – gazzetta del sud