Ven. Mar 29th, 2024

Il presunto caso di infezione da covid-19 del paziente recatosi ieri mattina presso l’Ospedale di Locri non ha fatto altro che palesare il vulnus organizzativo e l’estrema fragilità in cui versa ormai da tempo tutta la sanità reggina e della locride in particolare, con grave pericolo per l’intera popolazione.

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Quanto accaduto nel nosocomio locrideo deve servire a farci riflettere su come affrontare la gestione dei casi sospetti di quei pazienti che nel prossimo futuro potrebbero arrivare presso il pronto soccorso e rispondere in maniera adeguata seguendo le misure igienico-sanitarie e le indicazioni dei decreti attuativi relativi al contenimento dell’infezione per contrastare l’emergenza epidemiologica che potrebbe presentarsi anche nel nostro territorio (cosa a tutt’oggi in non avvenuta).

Non è tollerabile che, dopo circa dieci giorni dall’allestimento della tensostruttura davanti al pronto soccorso di Locri, che dovrebbe funzionare da pre-triage per evitare l’ingresso dei pazienti all’interno del pronto soccorso, risulta essere ancora vuota, dotata soltanto di una scrivania e qualche sedia, non adeguatamente attrezzata e priva del personale sanitario dedicato ad accogliere i casi sospetti.

Bisogna soprattutto fermarsi a riflettere su come pensiamo di poter affrontare un’emergenza di tale portata senza gli strumenti necessari e senza che il personale sanitario, maggiormente esposto, a cui va tutta la nostra gratitudine e riconoscenza, sia messo nelle condizioni di poter garantire una adeguata assistenza e sia dotato dei dispositivi di protezione individuali necessari a preservarli dal rischio di contagio.

Ci chiediamo cosa sarebbe accaduto se il paziente fosse malauguratamente risultato positivo al covid-19 e come sia stato possibile che la Direzione Medica di Presidio, non ottemperando a precise disposizioni di legge non abbia provveduto a trattenere fino all’arrivo dell’esito del tampone, il personale interessato, salvo, per propria responsabile scelta di qualcuno che rimanendo in attesa del responso definitivo all’ interno  dell’Ospedale ha inteso rispettare la normativa.

La risposta è tanto semplice quanto drammatica, perché avremmo avuto tutto il personale e le persone presenti all’interno del pronto soccorso con cui è stato in contatto il paziente e a cui sono state somministrate prontamente tutte le cure, in isolamento, in quarantena e, considerata la già grave e cronica carenza di risorse umane è un rischio che non possiamo permetterci di correre, evitare questo rischio è fondamentale.

Quanto accaduto pone inquietanti interrogativi e quindi al verificarsi del suddetto vulnus appare necessario che gli organismi preposti alla tutela della salute dei cittadini di questo territorio vogliano intervenire per accertare quanto accaduto e quindi porre il relativo rimedio affinchè non si ripetano simili eventi che hanno posto in serio pericolo l’intero territorio.

Il riscontro avverrà con i provvedimenti consequenziali.

Il Segretario Territoriale

*Emanuela Barbuto

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