Mar. Mar 19th, 2024

 Il Coordinatore Provinciale Slai Cobas Nazzareno Piperno ha diramato una nota stampa indirizzata anche agli organismi istituzionali per sollecitare la necessità che i lavoratori impegnati nel comparto Rifiuti solido urbani siano messi in condizione di lavorare in sicurezza.
” Per fare questo è necessario – dice la nota – che i lavoratori siano muniti di tutti necessari dispositivi di sicurezza a cominciare dalle mascherine omologate. Non è più possibile – aggiunge la nota – assistere, per come sin qui avvenuto, allo sfacciato ‘fai da te’ di numerose aziende che hanno pensato di ‘proteggere’ i propri dipendenti ricorrendo ad ogni possibile escamotage cadendo spesso nel ridicolo (come per le aziende che hanno fornito semplici fazzoletti o foulards muniti di elastico). Dopo aver evidenziato che “Prima si chiede loro di andare in prima linea e’ combattere’ esponendosi ai rischi, poi però li si priva dei mezzi che tutelandoli consentano loro di ‘ combattere ossia lavorare per il bene collettivo . Noi consideriamo più che giusto che medici ed infermieri vengano tutelati nel modo più completo possibile. Altrettanto però deve avvenire per i lavoratori del comparto r.s.u. che girano per le strade di tute le città e corrono anche loro una grande dose di rischi facendolo senza usare le mascherine omologate e gli altri dispositivi di cui anche loro necessitano”. Secondo la nota che fa anche riferimento alla necessità di servizi igienici adeguati ” sono solo due – Dusty s.r.l a Vibo e Locride Ambiente a Siderno -le aziende munite di servizi igienici mentre per le altre nemmeno l’ombra”. Poi la considerazione che “I lavoratori devono essere protetti, perchè altrimenti lo faranno da soli e sarà inevitabile assistere ad un incremento di assenze con una riduzione dell’organico effettivamente operativo”. Prima della conclusione la richiesta immediata di risposte “Altrimenti anche noi ci attiveremo in tutti i modi possibili senza escludere neanche la proclamazione di un nuovo sciopero che, pur in questo momento difficile, rischia di essere l’unico strumento di tutela dei nostri assistiti ed al quale potremmo ricorrere in tempi brevi non avendo mai provveduto, con lungimiranza che speriamo ancora oggi possa risultare infondata, a ritirare lo stato di agitazione deciso qualche tempo fa”.

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Aristide Bava

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