Ven. Apr 19th, 2024
Al vaglio degli inquirenti alcuni filmati. Eseguita l’autopsia, la salma di Francesco Palmieri è stata scortata dall’obitorio di Vibo al cimitero di Mileto per la tumulazione

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E’ stata effettuata nella mattinata di oggi all’obitorio dell’ospedale di Vibo l’autopsia sul corpo di Francesco Palmieri, il 27enne di Paravati ucciso in un vicoletto della frazione di Mileto lo scorso uno aprile. Al termine dell’esame autoptico la Procura ha consegnato la salma ai familiari. Scortata da due pattuglie dei carabinieri la bara con all’interno il giovane è stata quindi trasferita dal nosocomio di Vibo al cimitero di Mileto e lungo la strada statale 18 sono stati diverse le persone che hanno voluto tributare l’ultimo saluto. A causa dell’emergenza coronavirus non è stato possibile infatti celebrare il funerale e Francesco Palmieri è stato tumulato all’interno del cimitero cittadino alla presenza dei soli familiari con i militari dell’Arma ad evitare assembramenti di folla in un clima di grande commozione e sgomento.

Le indagini. Sono diversi i punti oscuri in una vicenda ancora non del tutto chiara. Più di qualcosa non torna agli inquirenti che stanno indagando sotto il coordinamento del procuratore capo Camillo Falvo. E mentre il cugino della vittima, Nicola Polito, 33 anni di Paravati, è tornato in carcere in quanto i suoi stessi familiari non gli hanno rinnovato l’ospitalità nella casa dove avrebbe dovuto trascorrere gli arresti domiciliari così come disposto dal gip, sul registro degli indagati è finito anche uno dei due fratelli Evolo con il quale il presunto omicida avrebbe litigato. Si tratta di Pasquale Evolo, 52 anni, anche lui di Paravati. Secondo quanto raccontato ai carabinieri dallo stesso Polito, i due avrebbero avuto un’accesa discussione per questioni legate ad un debito di droga e durante la colluttazione Evolo avrebbe strappato dalle mani il fucile dal quale sarebbe quindi partito il colpo mortale alla nuca di Francesco Palmieri. Non è dunque chiaro chi ha sparato cagionando la morte del giovane. Il gip ha derubricato l’accusa iniziale formulata dalla Procura ovvero omicidio volontario in “morte come conseguenza di altri delitti” accogliendo parzialmente le argomentazioni del difensore di Nicola Polito, l’avvocato Salvatore Sorbilli. Ciò che sembra acclarato è che l’omicidio è scaturito da una lite degenerata nel sangue e culminata con la fuga dei fratelli Evolo mentre Polito si sarebbe recato dall’abitazione della nonna per nascondere il fucile. Una ulteriore svolta alle indagini e alle risposte degli inquirenti potrebbe arrivare dai filmati di una telecamera presente nella zona in cui è avvenuto il delitto tra i vicoli di Paravanti e dagli esami stub effettuati nell’immediatezza dei fatti sia su Nicola Polito che sui fratelli Evolo.

ZOOM24

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