Mar. Mar 19th, 2024

E’ il momento della responsabilità e della lucidità. Siamo consapevoli del fatto che ci troviamo difronte ad un contesto drammatico generato da una pandemia tanto inaspettata quanto spietata.

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I fatti di San Ferdinando non vanno derubricati con leggerezza e con filosofia. Vanno condannati perché ogni protesta dai connotati violenti non può trovare alcuna giustificazione. Pur riconoscendo l’esistenza di una fase di disorientamento dovuta ad un’effettiva ed ancora ‘non totale’ integrazione da parte degli immigrati stanziati nella tendopoli, ai quali comunque, non è mai venuta meno una costante assistenza sociale e dell’attività lavorativa, non possiamo – come Cisl Metropolitana – sottacere rispetto episodi di una gravità immotivata.

Tanto si è fatto nella direzione dell’integrazione interculturale. A partire dalla prima storica approvazione della legge sul caporalato, ideata come strumento pragmatico che potesse evitare o quanto meno lenire i casi di sfruttamento. E pur riconoscendo che non si è riusciti ancora,  nonostante si sia lavorato con molto impegno, nell’intento di cristallizzare un’accoglienza diffusa, attraverso la possibilità di avere moduli abitativi dove delocalizzare i migranti della tendopoli,  è opportuno continuare a ricordare che è sempre stato profuso uno sforzo tangibile, in stretto contatto con la Prefettura e con tutte le agenzie del territorio, anche con l’intento di istituire nuove abitazioni nell’area di San Ferdinando e del comprensorio. E come non ricordare il progetto da noi presentato, per dare la possibilità alle aziende della Piana di Gioia Tauro, di costruire delle abitazioni per poter ospitare i braccianti agricoli.

Insomma un’attenzione ed un lavoro a 360 gradi che ha allontanato la retorica e ha dato dimostrazione di un impegno sul campo nonostante le difficoltà oggettive della insufficienza di strumenti amministrativi e burocratici risolutivi.

A maggior ragione, vista la piena e totalizzante emergenza, non c’è alcuna giustificazione per quanto accaduto nella tendopoli; perché i migranti in questi anni, da istituzioni e forze sociali nonostante le difficoltà sono stati inseriti all’interno di progetti di integrazione credibili. Quindi una reazione del genere rischia di compromettere tanto lavoro e tanto impegno, portando indietro un percorso di accoglienza e di integrazione, ampiamente avviato. Noi, dunque, pubblicamente condanniamo ogni forma di reazione scomposta, sapendo che il nostro impegno è stato, e sarà volto nella direzione delle soluzioni, di integrazione degli immigrati e sottolineiamo che la nostra organizzazione è sempre stata aperta ad ogni forma di dialogo costruttivo ma ripudia con nettezza, ogni forma di violenza!

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