Mar. Apr 16th, 2024
Costi dimezzati, qualità della vita più alta. Fuori dai maggiori centri urbani molte aree del nostro Paese sono raggiunte da servizi, reti mobili e dalla banda larga. Abbiamo fatto un gioco: immaginato come potrebbe mutare il territorio se il lavoro agile e in remoto prendesse piede. E, soprattutto, dove sarebbe più conveniente vivere    
Fuga dalla Silicon Valley
Nella San Francisco hi-tech delle diseguaglianze, fra stipendi alti, senzatetto e costo della vita stellare, così come a Londra dove hanno lo stesso problema, l’esodo è in parte già cominciato fra chi lavora nel campo della tecnologia. Dopo l’annuncio di Jack Dorsey, a capo di Twitter, che ha dato la possibilità ai dipendenti di lavorare da casa per sempre, molte aziende stanno pensando che i benefici di questa situazione portata dalla pandemia potrebbero essere maggiori degli effetti collaterali indesiderati. Iniziando da un minore inquinamento, meno traffico, qualità della vita migliore e dunque anche più produttività.

Continua dopo la pubblicità...


IonicaClima
amaCalabria
Calura
MCDONALDAPP
InnovusTelemia
stylearredamentiNEW
E120917A-0A80-457A-9EEE-035CEFEE319A
FEDERICOPUBB
CompagniaDellaBellezza00
previous arrow
next arrow

“Ci stanno pensano tutti nel settore, questo lo posso assicurare”, conferma Paddy Cosgrave, mente e anima di quel miracolo chiamato Web Summit, la fiera dedicata ad innovazione startup che ha contribuito a far rinascere Lisbona ed è oggi fra le più importanti in Europa. La sua gemella, Collision a Toronto, quest’anno per la prima volta si svolgerà online a fine giugno e Cosgrave sta sperimentando varie soluzioni per permettere alle startup che partecipano di costruire la propria rete di relazioni fra pubblico e investitori anche a distanza. “La mia società doveva trovare un nuovo ufficio più grande – prosegue l’imprenditore irlandese – ma abbiamo deciso di non farlo e di consentire invece a tutti di lavorare da casa se lo vogliono. Anche gli studi legali qui a Dublino cominciano a capire che c’è un’alternativa alla vita di prima. La costa ovest dell’Irlanda è meravigliosa e rurale come alcune aree del sud Italia, ed è raggiunta da tutti i servizi, eCommerce compreso, e ha una buona connettività. Perché allora crescere i propri figli in una metropoli che annega nel traffico? E’ ovvio: non tutti lo possono fare. Basta però che sia il dieci per cento degli abitanti a intraprendere questa strada per cambiare sensibilmente il volto di una metropoli cominciando dall’abbassamento dei prezzi degli immobili e finendo alla riduzione del traffico”.

L’Italia: da 10mila a 200 euro a metro quadro
A proposito di immobili. Per prezzo a metro quadro stando a Borsinoimmobiliare i centri più cari d’Italia sono alcune aree di Cortina, Portofino e Capri dove si va dai 10mila ai agli 8mila euro a metro quadro. Milano, fra Scala, Manzoni, Vittorio Emanuele e San Babila, è al sesto posto oltre 7mila euro. Roma, nell’area di Piazza Navona, è all’undicesimo posto. All’altro capo della classifica Poggioreale, Salaparuta, Gibellina, tutte in provincia di Trapani, dove i prezzi non superano i 200 euro a metro quadrato. Fra questi due estremi, con il primo 50 volte maggiore dell’altro, c’è tutta l’Italia.

Densità dei centri urbani in Italia

Dove arriva il 4G e la banda larga
Alla società londinese Opensignal, che monitora la qualità delle connessioni mobili, abbiamo chiesto un quadro della copertura 4G fuori dai centri urbani traslasciando il 5G che è ancora agli inizi. La palma d’oro va alla Puglia con l’89 per cento del territorio coperto, seguita con oltre l’87 per cento da Sicilia, Emilia-Romagna, Calabria, Valle d’Aosta, Piemonte. Toscana, Liguria e Lazio, con poco più dell’81 per cento, sono quelle messe peggio. Rispetto alla copertura della banda larga, più difficile da calcolare vista la forte differenza di dati fra le varie fonti, secondo l’Istituto per la Competitività (I-Com), Sicilia e Puglia arrivano all’88 e all’87 per cento seguite da Lazio, Liguria e Campania, tutte sopra all’85. Sardegna, Abruzzo e Molise superano il 60 per cento, in coda Trentino-Alto Adige con il 58,8 e Valle d’Aosta con il 45,5.  

 
Fuga dalla Silicon Valley
Nella San Francisco hi-tech delle diseguaglianze, fra stipendi alti, senzatetto e costo della vita stellare, così come a Londra dove hanno lo stesso problema, l’esodo è in parte già cominciato fra chi lavora nel campo della tecnologia. Dopo l’annuncio di Jack Dorsey, a capo di Twitter, che ha dato la possibilità ai dipendenti di lavorare da casa per sempre, molte aziende stanno pensando che i benefici di questa situazione portata dalla pandemia potrebbero essere maggiori degli effetti collaterali indesiderati. Iniziando da un minore inquinamento, meno traffico, qualità della vita migliore e dunque anche più produttività.

“Ci stanno pensano tutti nel settore, questo lo posso assicurare”, conferma Paddy Cosgrave, mente e anima di quel miracolo chiamato Web Summit, la fiera dedicata ad innovazione startup che ha contribuito a far rinascere Lisbona ed è oggi fra le più importanti in Europa. La sua gemella, Collision a Toronto, quest’anno per la prima volta si svolgerà online a fine giugno e Cosgrave sta sperimentando varie soluzioni per permettere alle startup che partecipano di costruire la propria rete di relazioni fra pubblico e investitori anche a distanza. “La mia società doveva trovare un nuovo ufficio più grande – prosegue l’imprenditore irlandese – ma abbiamo deciso di non farlo e di consentire invece a tutti di lavorare da casa se lo vogliono. Anche gli studi legali qui a Dublino cominciano a capire che c’è un’alternativa alla vita di prima. La costa ovest dell’Irlanda è meravigliosa e rurale come alcune aree del sud Italia, ed è raggiunta da tutti i servizi, eCommerce compreso, e ha una buona connettività. Perché allora crescere i propri figli in una metropoli che annega nel traffico? E’ ovvio: non tutti lo possono fare. Basta però che sia il dieci per cento degli abitanti a intraprendere questa strada per cambiare sensibilmente il volto di una metropoli cominciando dall’abbassamento dei prezzi degli immobili e finendo alla riduzione del traffico”.

L’Italia: da 10mila a 200 euro a metro quadro
A proposito di immobili. Per prezzo a metro quadro stando a Borsinoimmobiliare i centri più cari d’Italia sono alcune aree di Cortina, Portofino e Capri dove si va dai 10mila ai agli 8mila euro a metro quadro. Milano, fra Scala, Manzoni, Vittorio Emanuele e San Babila, è al sesto posto oltre 7mila euro. Roma, nell’area di Piazza Navona, è all’undicesimo posto. All’altro capo della classifica Poggioreale, Salaparuta, Gibellina, tutte in provincia di Trapani, dove i prezzi non superano i 200 euro a metro quadrato. Fra questi due estremi, con il primo 50 volte maggiore dell’altro, c’è tutta l’Italia.

Dove arriva il 4G e la banda larga
Alla società londinese Opensignal, che monitora la qualità delle connessioni mobili, abbiamo chiesto un quadro della copertura 4G fuori dai centri urbani traslasciando il 5G che è ancora agli inizi. La palma d’oro va alla Puglia con l’89 per cento del territorio coperto, seguita con oltre l’87 per cento da Sicilia, Emilia-Romagna, Calabria, Valle d’Aosta, Piemonte. Toscana, Liguria e Lazio, con poco più dell’81 per cento, sono quelle messe peggio. Rispetto alla copertura della banda larga, più difficile da calcolare vista la forte differenza di dati fra le varie fonti, secondo l’Istituto per la Competitività (I-Com), Sicilia e Puglia arrivano all’88 e all’87 per cento seguite da Lazio, Liguria e Campania, tutte sopra all’85. Sardegna, Abruzzo e Molise superano il 60 per cento, in coda Trentino-Alto Adige con il 58,8 e Valle d’Aosta con il 45,5.  
Chi può accedere allo smart working
Da noi prima del Coronavirus, secondo il Politecnico di Milano, due milioni di persone accedevano ad una qualche forma di smart working, il lavoro agile. Oggi invece sono diventati otto milioni. Non è quello completamente da remoto, probabilmente solo alcune centinaia di migliaia di professionisti lo potrebbero praticare, ma è invece l’operare non più secondo la logica dell’adempimento ma quella del risultato. Cambio di mentalità e di modalità che permettono di recarsi a lavoro quando serve una o due volte la settimana. Sapendo di dover andare in ufficio una volta a settimana non è più necessario vivere a Milano, Torino, Roma, Genova, Napoli, basta stare poterle raggiungere in un’ora e mezzo di viaggio in macchina, treno o aereo.

La legge del 2017
Esiste una legge del 2017 sul lavoro agile che tutela anche i dipendenti che decidono di non avere un ufficio in accordo con l’azienda. Non era pensata per un lavoro completamente in remoto, ma di fatto protegge anche quella forma di impiego garantendo tutti i diritti a chi sceglie la flessibilità. E tutela anche dal punto di vista della sicurezza fisica. Da questo punto di vista siamo più avanti di tanti altri Paesi, ma questo non significa che la cultura aziendale italiana lo sia altrettanto.

I dipendenti pubblici e gli uffici ai bordi delle città
Il direttore generale di Forum Pa, Gianni Dominici, crede davvero in questa possibilità. O meglio: sostiene che sarebbe una follia sprecarla. “Bisogna pensare in prospettiva, altrimenti non si va da nessuna parte”, racconta. “Roma ad esempio a 400mila dipendenti pubblici. Ora immagini se il 40 per cento di loro, quelli che abitano fuori città, potessero alternare il lavoro in remoto a quello in spazi di lavoro condivisi attorno al centro urbano. Pensi solo al risparmio di tempo, benzina e al relativo calo dell’inquinamento. Negli ex uffici della Ericsson, ai bordi della capitale, la Regione Lazio sta aprendo degli spazi di lavoro in modo che chi viene da fuori non sia più costretto ad attraversa la metropoli. Roma è la seconda città al mondo per ora sprecate nel traffico. Dobbiamo cambiare le dinamiche dei nostri centri urbani e pensare ad un uso degli spazi e del trasporto differente”. Dominici parla di una pubblica amministrazione dai mille volti e dalle diverse velocità. Una parte, la più avanzata, è già pronta a fare il salto. Cita l’Emilia-Romagna, che ha introdotto lo smart working tre anni fa ed è certo che non tornerà indietro. “Anche il Lazio si sta muovendo, così come il Veneto e la provincia di Trento. E al sud Bari e Lecce, Palermo o nelle isole Cagliari. Tutto dipende dalla maturità dalla dirigenza”.

Una metropoli sbagliata
Alejandro Aravena, architetto cileno curatore della Biennale del 2016 e Premio Pritzker, sorta di premio Nobel per l’architettura, lo sostiene da anni: abbiamo progettato male le nostre città, immolato la vita all’automobile. Soprattutto abbiamo sbagliato ad imporre la divisione fra luogo di lavoro e abitazione che negli Stati Uniti a volte raggiunge distanze per noi inconcepibili. Il suo collega olandese Rem Koolhaas parla invece della campagna come un nuovo terreno dinamico che può competere con la città. In certi casi è servita bene e offre una qualità più alta della metropoli.

Lavorare in riva al mare
“Abitavo a Parma, dove ero tornato dopo un periodo a Roma. Prima della pandemia mi sono spostato a Mola di Bari. Vivo in una casa ampia e con due terrazze a quattrocento metri dal mare, per la quale pago un affitto che è la metà di quello di Parma. E se mi devo spostare ho l’aeroporto di Bari a venti minuti di macchina”. Giacomo Talignani, che da anni collabora con Repubblica, quella sua decisione ce l’aveva raccontata ad ottobre durante una visita in redazione e al tempo era sembrata una scelta un po’ estrema. Oggi al contrario sembra in linea con i tempi. “Si guadagna da quasi tutti i punti di vista, cominciando da quello economico. Ma ci sono dei contro: le grandi metropoli offrono ovviamente più scelta e la distanza con chi si lavora, l’assenza di contatto umano diretto, è un ostacolo”.

Questo è un aspetto sul quale anche Fiorella Crespi insiste molto: “Deve esserci una cultura aziendale che sappia creare dei momenti di aggregazione, compresi quelli virtuali. Bisogna avere dei manager capaci. Ci sono compagnie come Cisco, Microsoft o Maire Tecnimont che lo fanno da anni, ad altri servirà tempo per trovare la quadra e non è detto che ci si riesca sempre”. Insomma, al di là della pandemia e dei giochi di immaginazione, resta una prospettiva nuova piena di potenzialità ma non è un campo nel quale si può improvvisare.

fonte la repubblica

Print Friendly, PDF & Email