Gio. Mar 28th, 2024

Si discute molto, in questi giorni, a causa dell’emergenza sanitaria provocata dal temibile coronavirus, di Salute e, in particolar modo, in Calabria, di rilancio, riorganizzazione e valorizzazione della sanità calabrese. Ma per fare ciò, non si può prescindere da un’accurata analisi di quelle che sono state alcune delle cause o di quali possono essere, attualmente, i vincoli che precludono un giusto sviluppo di una Sanità che deve diventare con la esse maiuscola, in Calabria. Se nelle città capoluogo di provincia, bene o male, ci sono centri anche di eccellenza, in alcuni comparti della sanità, nella Locride, la discussione non sembra mai avere fine. I riflettori, puntanti sull’ospedale di Locri, evidenziano tanti e troppi problemi, che si fa fatica ad affrontare e risolvere. E in una analisi attenta non si può ignorare la “perdita” di pezzi importanti e basilari, che potevano originare reparti d’eccellenza ma che, per problemi forse noti a molti, sono stati costretti a lasciare Locri dove il loro indubbio talento e la loro grande scienza venivano ostacolati, anziché valorizzati. Fra queste figure non si può non menzionare il Dottore Giuseppe Pavone, un vero Scienziato e Maestro della Chirurgia, a livello nazionale, un Grande Chirurgo che, per anni, a Locri, è rimasto o è stato “nascosto”, pur rappresentando un “genio dell’arte chirurgica”. Il dottore Pavone opera, attualmente, in struttura ospedaliera della Città Metropolitana ma la sua storia, le sue battaglie, per migliorare e valorizzare l’ospedale di Locri, rimangono epiche. Ciò che sicuramente ha portato Giuseppe Pavone a lasciare Locri è qualcosa che mancava e, forse, è completamente assente alle nostre latitudini ossia, secondo quanto lo stesso Medico Chirurgo ha espresso: la capacità di vivere il lavoro con la mente aperta ad una visione fatta di programmazione, risultati, responsabilizzazione. Innanzi tutto, bisogna, a detta del dottore Pavone e anche di altri suoi colleghi rimasti a Locri, puntare ad una riorganizzazione efficiente ed efficace e garantire una certa premialità sulla produttività, valorizzando gli elementi capaci di raggiungere obiettivi programmati. Concetti che, forse, in contesti non innovativi appaiono come appartenenti a un mondo extraterrestre ma che se non verranno metabolizzati renderanno la nostra come una terra senza futuro. Infatti, nonostante, in Calabria, ci siano isole felici, dove medici capaci riescono a dare un’impronta altamente positiva, gli stessi sono quasi sempre costretti a fare i conti e combattere quotidianamente con un gap organizzativo con almeno 20 anni di ritardo, rispetto agli standard sanitari medi, nazionali. Se non vi sarà, dunque, una inversione di tendenza, la sanità calabrese, in generale, e quella locridea, in particolare, si troverà sempre a rincorrere senza poterlo mai raggiungere quello standard adeguato tanto atteso dai cittadini utenti/pazienti. Le soluzioni vanno ricercate, dunque, in un sistema organizzativo che deve divenire tale, dai più bassi ai più alti livelli e che deve puntare a valorizzare e migliorare le proprie grandi risorse, anziché tenerle nascoste o, addirittura, combatterle. Grandi Uomini come il dottore Pavone vanno, dunque, valorizzati ed esaltati e proprio da loro si può e si deve partire per un rilancio della sanità calabrese.

Il dottore Giuseppe Pavone

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