Ven. Apr 19th, 2024

“Caro Klaus Davi, approfitto di questo spazietto per darti tutta la mia solidarietà contro l’ipocrisia che ti ha colpito quando, per propagandare le bellezze della Calabria, ha giustamente puntato il dito contro le polveri sottili del nord, contro lo sfruttamento del suolo delle regioni settentrionali, contro il Covid che ha invaso Veneto e Lombardia”, inizia così la lettera al veleno pubblicata sul ‘Fatto Quotidiano’ in risposta allo spot tanto discusso ideato da Klaus Davi. Il testo shock scritto dal giornalista Claudio Sabelli Fioretti descrive i calabresi e la Calabria come terra di “assassini, maschilisti, usurai, corrotti e corruttori”.

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L’autore del testo, che non ha per nulla origini settentrionali come ci si potrebbe aspettare, ma è nativo di Vetralla (provincia di Viterbo), mette nel suo carrello degli insulti una serie di noiosi luoghi comuni e stereotipi già triti e ritriti. “Oggi con il dilagare della criminalità organizzata in Calabria sarà bellissimo praticare una cultura di massa del turismo con un sistematico aumento del traffico di droga e delle sparatorie e degli ammazzamenti fra diversi clan della ‘ndrangheta a rumori di colpi di mitra. Immagini di sangue e di cadaveri”. Una descrizione che sembra quasi presa da una di quelle fiction con Gabriel Garko e Alessandro Preziosi, probabilmente le uniche occasioni in cui al giornalista sarà riuscito a trovarsi di fronte la Calabria e il suo popolo.

Una lettera che suona come una sorta di vendetta, una forte presa di posizione a favore del nord. “Le zone della Locride, con le simpatiche polveri sottili da sparo creano tassi di inquinamento alle stelle mentre efficientissime cementificazioni abusive migliorano l’ambiente, se venite a passare le vacanze sulle spiagge venete non entrerete in contatto con assassini, maschilisti, usurai, corrotti e corruttori, come capita tutti i giorni a chi prende il sole sulle spiagge calabre”, si legge ancora. La descrizione dunque non va a colpire temi ambientali, come l’inquinamento o lo sfruttamento del suolo che dilaga nelle regioni del nord, ma affibbia proprio una triste etichetta agli abitanti calabresi. Sicuramente nessuno ha l’intenzione di nascondersi dietro a problematiche vere e gravi, come la presenza della ‘ndrangheta che si annida in questi territori, ma certo non si capisce il motivo per cui offendere e fare di tutta l’erba un fascio.

strettoweb.com

 

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