Ven. Apr 19th, 2024
Gli investimenti sui vigneti e le mosse per “blindare” i beni della famiglia Crupi
Il fascicolo rappresenta la prosecuzione dell’operazione “Acero-Siderno Connection”
 

La Procura distrettuale antimafia di Reggio ha chiuso le indagini preliminari relative all’inchiesta “Core business”, scattata nel dicembre dello scorso anno tra la Calabria e l’Umbria.

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Sono 8 gli indagati dalla Dda – in particolare dal procuratore Giovanni Bombardieri, dall’aggiunto Giuseppe Lombardo e dai sostituti Simona Ferraiuolo e Giovanni Calamita – che contesta a vario titolo e con modalità differenti diversi reati, tra i quali la partecipazione ad un’associazione per delinquere di stampo mafioso, l’intestazione fittizia di beni ed altro.

Il principale indagato è Cosimo Commisso classe 1950, nel ruolo di capo ed organizzatore dell’associazione, quale «soggetto al vertice della società di Siderno». Per la Dda reggina, Cosimo Commisso «già leader carismatico e capo del sodalizio all’epoca della faida dei Commisso con la cosca Costa di Siderno, e condannato quale soggetto apicale dell’organizzazione all’esito del processo “Siderno Group”, e perciò a lungo detenuto, non scioglieva, nonostante la detenzione e per la durata della stessa, il proprio vincolo associativo con il sodalizio, mantenendo un ruolo di vertice all’interno della cosca Commisso e dell’intera organizzazione denominata ‘ndrangheta».

Le indagini, che rappresentano la prosecuzione dell’operazione “Acero-Siderno Connection”, avrebbero consentito di accertare la perdurante attività del sodalizio dei Commisso e sono state avviate a partite dal febbraio 2015, allorquando Cosimo Commisso, dopo un lungo periodo di detenzione, si stabilì a Perugia, località Casa del Diavolo, per scontare la misura della detenzione domiciliare, che secondo gli inquirenti gli avrebbe permesso di riallacciare i contatti con altri soggetti, tra i quali l’indagato Antonio Rodà, ritenuto il referente imprenditoriale in Umbria della famiglia Crupi di Siderno.

Dall’indagine sarebbero emersi gli interessi della famiglia Commisso sia nella salvaguardia di beni riconducibili alla famiglia Crupi, in parte coinvolta nell’operazione “Acero”, sia in investimenti su terreni nella zona di Perugia da destinare a vigneti per la produzione di vino da commercializzare in Canada.

L’inchiesta, inoltre, avrebbe consentito di individuare dei contatti tra i vertici dei Commisso con asseriti esponenti della “locale” di San Leonardo di Cutro, investigati nell’indagine catanzarese denominata “Infectio”, con cui sembra condividessero dinamiche e questioni di carattere associativo e iniziative imprenditoriali comuni.

Dalla notifica dell’avviso gli indagati entro 20 giorni hanno la possibilità di produrre documenti, dichiarazioni ed altro a proprio discarico.

ROCCO MUSCARI – Gazzetta del sud

SERVIZIO DI MARIA  TERESA CRINITI

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