Gio. Mar 28th, 2024

“Con 1.231 casi (dato aggiornato al 17 luglio 2020) dall’inizio dell’emergenza sanitaria, la Calabria si colloca in fondo alla classifica dei contagi in Italia, frutto di una serie di fattori ad essa favorevoli ma soprattutto di un eccellente lavoro svolto sul campo dalle Forze dell’ordine, dall’ineccepibile lavoro coordinato di prefetture e questure che hanno gestito la crisi sul territorio stando accanto ai cittadini calabresi”. E’ quanto rileva la sede calabrese dell’Eurispes in una ricerca. “Non era semplice né scontato: lo Stato, che in Calabria ha spesso esercitato il ruolo di giustiziere, che ha dovuto farsi forte per vincere – si afferma in una nota – questa volta è riuscito ad esercitare la sua funzione sociale, e non c’è stato tanto bisogno di manette o manganelli di minacce o rappresaglie. Non di rado, durante i tre mesi di lockdown, abbiamo visto Polizia e Carabinieri parlare ai cittadini, spiegare quanto fosse importante rimanere a casa a tutela della salute propria e di quella degli altri; li abbiamo visti consegnare tablet e computer agli studenti per poter svolgere i compiti e seguire le lezioni a distanza, e ancora consegnare la pensione e la spesa agli anziani, compilare autocertificazioni e assistere le persone sole. Hanno vigilato in città, nei paesi, nei borghi, nelle periferie, in Sila come in Aspromonte, sul Pollino come sulle coste ioniche e tirreniche, di giorno e di notte. I risultati sono stati sorprendenti: il numero dei contagi, grazie anche a queste buone pratiche, è stato bassissimo e quei piccoli focolai che rischiavano di mettere in ginocchio la sanità calabrese sono stati contenuti con efficaci e puntuali interventi”. “Stando ai dati del Ministero dell’Interno, se analizziamo ad esempio la Provincia di Reggio Calabria, nel periodo dal 27 marzo 2020 al 12 aprile 2020 in tutta la provincia – prosegue Eurispes – sono state elevate 2.091 sanzioni su 66 mila controlli, un rapporto che è pari al 3%; nello stesso periodo, ad esempio, in provincia di Brescia, una delle aree di maggiore contagio in Italia, il rapporto tra controlli e sanzioni è stato superiore al 6%. Emblematico anche il caso della provincia di Crotone; qui, tra il 10 ed il 17 marzo (e quindi nei primissimi giorni di lockdown), si è verificato un evento sismico di notevole importanza, al quale si è unito lo sbarco di 12 migranti. In questa difficile situazione, la task force coordinata dalla Prefettura è riuscita a gestire al meglio la situazione di pericolo; ne sono ancora prova i numeri: 2.415 controlli, 312 denunce per un rapporto che è pari all’1,2%. In provincia di Catanzaro, tra l’11 marzo ed il 4 maggio 2020, sono state rilevate violazioni e comminate sanzioni in numero di 2.443 (431 dall’11 al 31 marzo – 1.901 dal 1° al 30 aprile – 111 dall’1 al 4 maggio); la progressiva diminuzione delle violazioni accertate è indicativa di una crescente consapevolezza tra i cittadini circa l’importanza dell’adesione alla disciplina di tutela sanitaria e, al contempo, della diffusione della corretta informazione circa i comportamenti consentiti e quelli vietati”. “La Fase 1, in Calabria – conclude Eurispes – è terminata con un rapporto tra controlli e sanzioni pari all’1,8%: 221.096 persone controllate, 3.996 sanzioni e 288 denunce. Per qualcuno è stata fortuna, per altri il clima, per altri ancora la genetica, ma se la Calabria è riuscita a restare in fondo alla triste classifica delle vittime da Covid-19, rivelandosi una regione virtuosa durante il periodo di emergenza, lo si deve anche allo straordinario lavoro svolto dallo Stato, sceso in campo certamente a contrastare crimini e illeciti ma soprattutto schierato accanto ai calabresi, comprendendo disagi e difficoltà, offrendo protezione e sicurezza. Da qui si dovrà ripartire, da questa ritrovata fiducia, da questa reciproca lealtà perché anche in Calabria si può coltivare e praticare la legalità coniugandola con la giustizia, ognuno col suo esercito ma tutti insieme schierati lealmente per la tutela ed il sostegno del bene comune contro ogni crimine ed ogni virus, anche quelli più invisibili”.

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