Mer. Apr 24th, 2024
A car of the Carabinieri police patrols in the Parco Sempione park on May 4, 2020 in Milan as Italy starts to ease its lockdown, during the country's lockdown aimed at curbing the spread of the COVID-19 infection, caused by the novel coronavirus. - Stir-crazy Italians will be free to stroll and visit relatives for the first time in nine weeks on May 4, 2020 as Europe's hardest-hit country eases back the world's longest nationwide coronavirus lockdown. (Photo by Miguel MEDINA / AFP)

Ipotizzato sostegno a candidato Fi poi eletto, non è indagato

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(ANSA) – CATANZARO, 21 LUG – Nel provvedimento di fermo dell’operazione “Imponimento”, condotta dalla Dda di Catanzaro contro la consorteria facente capo alla famiglia Anello di Filadelfia (Vibo Valentia), vi è un capitolo dedicato alle elezioni politiche 2018. Gli inquirenti scrivono che “da alcune emergenze si ipotizzava che il candidato al Senato Giuseppe Mangialavori (di Forza Italia, ndr), per le elezioni del 4 marzo 2018, attraverso l’architetto Francescantonio Tedesco, avesse ottenuto l’appoggio di Rocco Anello”. Il parlamentare non è indagato ma questo segmento dell’inchiesta si concentra sul presunto sostegno della cosca. Tedesco, invece, è tra gli indagati. Architetto, scrivono i pm, “svolge anche mansioni di collaboratore diocesano esperto in verifiche e valorizzazione di edifici di culto e monastici. Collabora con pubbliche amministrazioni e Uffici giudiziari (Procura e Tribunale di Vibo Valentia, Reggio Calabria, Catanzaro, Crotone, Lamezia Terme e Paola. All’epoca dei fatti consigliere comunale, presidente della commissione urbanistica al Comune di Vibo Valentia”. Dal 31 dicembre 2016, tra Tedesco e Mangialavori vengono “censiti 81 contatti telefonici”. Mangialavori era contattato da Giovanni Anello, già consigliere comunale di Polia, “oggi vicesindaco”. Quest’ultimo è considerano dagli inquirenti “perfettamente inserito nella consorteria ‘ndranghetistica”, nella quale “svolgeva la mansione di factotum del capo cosca Rocco Anello, risultando funzionale alla catena di comunicazione utilizzata dal boss per relazionarsi con accoliti e non”. Nel provvedimento si parla poi del sostegno offerto a Mangialavori da Francesco e Maurizio De Nisi, il primo ex presidente della Provincia di Vibo ed il secondo subentrato al primo come sindaco di Filadelfia. Entrambi non sono indagati. “Atteso che l’accordo tra Mangialavori e De Nisi era cosa nota, soprattutto a chi era addentro alla politica locale, come lo sono i due interlocutori – scrivono i pm – colpisce il tono di segretezza usato da Tedesco sulle ulteriori motivazioni del risultato elettorale di Filadelfia, che quindi lascia intendere che il successo in detto paese non sia da ricondurre all’appoggio garantito da De Nisi, bensì ad un altro fattore innominabile, esterno alla politica. Tale fattore a cui fa riferimento Tedesco è da individuarsi nell’appoggio di Rocco Anello e, conseguentemente, del relativo clan”. “A elezioni avvenute, sull’utenza in suo a Francescantonio Tedesco – è scritto nel provvedimento – s’intercettavano alcune conversazioni telefoniche interessanti per il tono equivoco dei contenuti, seppure entrambe erano palesemente esplicative di un appoggio elettorale di Francesco De Nisi (Pd, ndr) a Giuseppe Mangialavori, cosa che era nota (ne avevano dato notizia anche i giornali) ed evidente visto che entrambi i fratelli De Nisi si erano prodigati, anche con l’organizzazione di cene ed incontri elettorali a favore del candidato Giuseppe Mangialavori”. “Dalle emergenze investigative – scrivono i pm – non si è avuto risconto della cena che in tante occasioni Tedesco aveva dichiarato di volere organizzare per fare incontrare Rocco Anello e Mangialavori, né di altri incontri tra i due. Ciò nonostante, non manca di importanza quanto emerso, ovvero che Giovanni Anello e Daniele Prestanicola, soggetti appartenenti alla cosca, abbiano incontrato Mangialavori”.

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