Ven. Apr 19th, 2024

Il sindaco di Locri: «Il percorso avviato è lungo, complicato ma noi ci siamo e pure lo Stato». Ai delinquenti: «Alzate bandiera bianca. Basta arroganza. Lasciate che i vostri figli vivano senza malaffare»

Continua dopo la pubblicità...


IonicaClima
amaCalabria
Calura
MCDONALDAPP
InnovusTelemia
stylearredamentiNEW
E120917A-0A80-457A-9EEE-035CEFEE319A
FEDERICOPUBB
CompagniaDellaBellezza00
previous arrow
next arrow

La sentenza di primo grado del processo “Riscatto- Mille e una notte ” rappresenta un ulteriore importante segnale per il percorso di cambiamento e di crescita avviato nella città di Locri.
«Esprimiamo soddisfazione per la sentenza in rito abbreviato del processo “Riscatto”, di cui il Comune come la Regione si erano costituiti parte civile, che giunge dopo le pesanti ed esemplari condanne ai vertici delle cosche inflitte nei giorni scorsi nel processo “Mandamento”» – questo il commento a caldo del sindaco della Città di Locri, Giovanni Calabrese- «Il contrasto alla ‘ndrangheta si fa con azioni coraggiose e concrete e non con ridicole e costose passerelle e iniziative; questa sentenza, come altre, rappresenta un segno tangibile a favore della legalità, e direi, della civiltà. Non gioisco solo per la sentenza in sé ma per la libertà di Locri, per l’onestà dei locresi». Una popolazione per decenni ostaggio dei temuti e potenti clan Cataldo e Cordì che, sono ormai da anni nel mirino delle Forze dell’Ordine e, soprattutto, dell’indifferenza della gente, una popolazione che, oggi, non dubita e con la schiena dritta e a testa alta, affronta la quotidianità senza paure e denuncia le sopraffazioni. Proprio il cimitero rappresenta, in un certo senso, la conquista dell’ultimo avamposto collettivo nelle mani di squallidi personaggi. Una ignobile azione delittuosa che ha mortificato i cittadini da vivi e li ha oltraggiati da morti.  Uno squallido disegno criminoso, che ancora in parte deve essere definito e perseguito, “che ha colpito e raggirato tanti ignari, ingenui e bisognosi cittadini”.  «Anche questo – afferma con certezza Calabrese- era giusto denunciarlo e lo abbiamo fatto con coraggio e determinazione. Anche nella scabrosa vicenda del cimitero e delle estorsioni a onesti imprenditori trova conferma del tentativo dei soliti squallidi personaggi di continuare a tenere in ostaggio la città. Manipolo di balordi che dopo queste condanne, quelle del recente passato – in primis processo “Primavera” e “Sharks” – non riesce a capire che forse farebbe bene a deporre le “armi”, rimuovere sentimenti e azioni dell’arroganza, prepotenza e prevaricazione e provare a vivere onestamente avviando i figli non verso lo stesso assurdo percorso, ma verso una vita normale fatta di rispetto delle regole, degli altri e non altro tipo di “rispetto” .  «Ma è veramente bello passare la propria vita a marcire in galera solo per dimostrare il proprio potere di cartapesta- si chiede perplesso il primo cittadino»?
Calabrese, nel ringraziare ancora una volta l’onestà di molti cittadini e il supporto dello Stato suggerisce a chi pensa che la delinquenza e il malaffare siano la ragione di vita: «Da sindaco di Locri, da cittadino libero, che purtroppo da giovane ha visto e subito gli anni bui della città, consiglio a questi anacronistici personaggi reduci di una volgare guerra ormai persa, di arrendersi, di cambiare atteggiamento, di alzare definitivamente bandiera bianca. Probabilmente continueranno a delinquere, continueremo a vedere la loro resistenza, senza dubbio avremo altro dispiacere causato da questa gente, ma vincerà Locri, vincerà lo Stato, vinceranno le persone perbene. Il percorso è avviato e non si torna indietro – di questo è sicuro Calabrese insieme alla sua Amministrazione. Tra qualche anno massimo un decennio anche la nostra Città sarà un posto bello e normale per questo oggi dobbiamo sinergicamente continuare a lavorare perché ciò avvenga».
Locri dovrà tornare ad essere conosciuta per la sua gloriosa storia, per la Magna Grecia, per Zaleuco e Nosside, purtroppo spesso sconosciuti a tanti illustri e altolocati rappresentanti istituzionali, e i “Cataldo” e “Cordì” dovranno tornare ad essere cognomi anonimi e indifferenti alle nuove generazioni. Il cambiamento è in marcia, viaggia speditamente e niente e nessuno potrà fermarlo se le azioni concrete supereranno le illegalità e le farse.

Print Friendly, PDF & Email