Gio. Mar 28th, 2024
Accolto il ricorso della Procura che contesta l’assenza di controlli Nel mirino fondi per 180mila euro elargiti dal Consiglio regionale
Era finita nell’inchiesta la gestione delle risorse assegnate al gruppo “Federazione della Sinistra” tra il 2010 e il 2011

«Si dichiara prescritta l’azione del procuratore regionale». Con queste parole la sezione giurisdizionale della Corte dei Conti calabrese aveva chiuso nel  2019  il caso dei fondi gestiti negli anni 2010 e 2011 dall’ex gruppo “Federazione della Sinistra” in Consiglio regionale formato da Antonino De Gaetano e Ferdinando Aiello. Adesso, però, la sezione centrale di appello ribalta il verdetto e accoglie l’appello della Procura.  I due erano stati citati in giudizio nella qualità di capogruppo (De Gaetano) e di componente del gruppo consiliare (Aiello) per un’ipotesi di danno erariale pari, rispettivamente, a 181mila 945,73 e 2mila 700 euro.

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De Gaetano e Aiello – difesi dagli avvocati Antonello Madeo e Danilo Leva il primo e Saverio Sticchi Damiani il secondo – si si erano costituiti in giudizio respingendo con forza ogni responsabilità, asserendo fra l’altro la mancanza di una condotta dolosa «in considerazione delle lacune legislative e regolamentari». Ma la procura ha contesto la prescrizione e ha proposto appello evidenziando «come la concreta assenza di un controllo assembleare sui giustificativi di spesa trasmessi all’ufficio di presidenza del consiglio regionale dal predetto capogruppo – pure astrattamente previsto ma rimesso ad un regolamento interno mai emanato – in uno con l’intenzionale occultamento del danno operato da costui, approfittando dei lacunosi controlli e omettendo artatamente di presentare i giustificativi di spesa, abbia impedito all’amministrazione danneggiata (la Regione) di avvedersi dell’illiceità delle stesse, di guisa che la scoperta del fatto dannoso non possa farsi risalire prima della comunicazione delle risultanze investigative alla Procura contabile, dietro richiesta di quest’ultima, solo nel marzo del 2016 e dopo un primo diniego frapposto dalla polizia giudiziario in considerazione del segreto istruttorio ritenuto esistente».

La procura ha chiesto quindi la riforma mentre De Gaetano ha dedotto l’infondatezza dell’azione.

A giudizio della sezione di appello della Corte dei Conti «ha effettivamente errato la Sezione territoriale nell’individuare la prescrizione nella data entro la quale andava presentata, all’ufficio di presidenza del consiglio regionale calabrese, la nota riepilogativa delle spese sostenute dal gruppo consiliare. Invero, la veduta assenza di controlli documentali postumi sulla pertinenza della spesa, per effetto della mancata adozione del regolamento pure previsto dalla citata norma di legge, non consentiva, agli uffici regionali all’uopo deputati, di verificare concretamente ed effettivamente la coerenza della spesa medesima, in modo da poter “intercettare” un improprio utilizzo delle somme a tal fine accreditate».

Per questo è stato accolto il ricorso della Procura e la vicenda adesso torna all’esame della Corte dei Conti calabrese in diversa composizione.

Passate al setaccio le liquidazioni

Secondo la Procura regionale della Corte dei Conti De Gaetano, «attraverso prelievi dal conto corrente intestato al gruppo», avrebbe «imputato ingenti spese ai fondi allo stesso assegnati autoliquidandoli a proprio favore, ovvero disponendone a favore dell’altro componente del gruppo», in entrambi i casi «gestendo le somme in contrasto con la normativa legislativa e regolamentare che ne disciplina l’utilizzo». Spese e prelievi diretti dal conto corrente «senza alcuna giustificazione», che sempre secondo l’accusa non sarebbero stati «coerenti con le finalità istituzionali per il cui soddisfacimento i fondi erano stati concessi». Nel mirino spese per manutenzione autovetture, carburanti, ristorazione, rimborsi chilometrici a favore dei collaboratori, servizi accessori di trasporto e soggiorni.

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