Gio. Apr 18th, 2024

Il difensore: «Usata contro di lui un’espressione infelice e offensiva»

Continua dopo la pubblicità...


IonicaClima
amaCalabria
Calura
MCDONALDAPP
InnovusTelemia
stylearredamentiNEW
E120917A-0A80-457A-9EEE-035CEFEE319A
FEDERICOPUBB
CompagniaDellaBellezza00
previous arrow
next arrow

Assoluzione «per essere rimasto escluso l’addebito». Questa la sentenza pronunciata dalla sezione disciplinare del Consiglio superiore della magistratura nei confronti del giudice della sezione lavoro della Corte d’appello di Catanzaro Emilio Sirianni, finito nel mirino del ministro della Giustizia Alfonso Bonafede per aver assunto il ruolo di «permanente “consigliori”» dell’ex sindaco di Riace Mimmo Lucano, sotto processo per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. La Procura generale della Cassazione – titolare, assieme al Guardasigilli, dell’azione disciplinare – aveva concluso la sua istruttoria formulando la richiesta di non luogo a procedere, ma il ministro era intervenuto sollecitando invece la fissazione dell’udienza disciplinare a Palazzo dei Marescialli.

In particolare, a Sirianni veniva contestato di aver posto in essere «una attività idonea a recare pregiudizio all’assolvimento dei doveri generali di riserbo, equilibrio e correttezza», aiutando Lucano a «redigere atti amministrativi». Inoltre, il giudice «si confrontava costantemente con Lucano sulle indagini penali in corso, fornendo consigli e suggerimenti» sulla «strategia difensiva» e sul «tenore delle dichiarazioni da rendere in procura». Inoltre, la toga catanzarese, impegnata con Magistratura democratica, sempre secondo il capo di incolpazione, «sviliva la professionalità dei magistrati che stavano svolgendo le indagini; predisponeva comunicati di solidarietà al Lucano da inoltrare alle mailing list di magistrati e si offriva di contattare giornalisti per pubblicizzare la situazione e “far sentire il fiato sul collo” alla Procura procedente, assumendo in tal modo il ruolo permanente di “consigliori” del Lucano».

L’udienza, ieri pomeriggio si è aperta con la relazione di Piercamillo Davigo, che ha ricostruito l’intera vicenda a partire dalla prima informativa redatta dalla GdFdi Locri, passando all’iscrizione nel registro degli indagati di Sirianni per favoreggiamento personale, accusa archiviata poco dopo, fino ad arrivare all’apertura del procedimento disciplinare. Il procuratore generale della Cassazione Pasquale Fimiani ha concluso il suo intervento sollecitando l’assoluzione di Sirianni «per essere rimasto escluso l’addebito». Poi ha preso la parola davanti al vicepresidente del Csm David Ermini, il difensore di Sirianni, il magistrato Vittorio Borraccetti. L’inizio del suo intervento è stato dedicato all’inutilizzabilità delle intercettazioni nel procedimento disciplinare. «Il proscioglimento – ha poi aggiunto Borraccetti – darà anche giustizia sul quel termine di “consigliori” utilizzato nel capo di incolpazione, un’espressione infelice e offensiva, una ferita – ha concluso – che si può superare solo con il proscioglimento pieno».

Dopo una breve camera di consiglio il vicepresidente Ermini ha letto il dispositivo con con cui è stato escluso ogni addebito a carico del giudice Emilio Sirianni.

fonte gazzetta del sud

SERVIZIO DI NICODEMO BARILLARO

Print Friendly, PDF & Email