Mer. Apr 24th, 2024

In caso di conferma, il club ricorrerà anche al Tar del Lazio e al Consiglio di Stato

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C’è grande attesa per il ricorso alla Corte Federale d’appello della Figc (la sentenza è prevista per giovedì prossimo) che il Roccella ha presentato nei giorni scorsi contro la sentenza di condanna, emessa il 10 agosto dai giudici del TF.

Una sentenza che, allo stato, a causa del punto di penalizzazione, costringe il Roccella a disputare il campionato di Eccellenza calabrese e non la serie D. Un declassamento che se confermato, comporterebbe alla società reggina un danno economico di notevole portata. In ballo, infatti, tra contratti già sottoscritti con staff tecnico e giocatori, spese effettuate dal Comune per l’adeguamento dell’impianto sportivo nel rispetto delle norme anti Covid -19, prenotazioni di strutture ricettive dove garantire vitto e alloggio agli atleti, abbonamenti già venduti e altro, ci sono non meno di 250 mila euro.

Ecco perché la società amaranto, se le cose non dovessero andare nel verso giusto nei gradi di giustizia sportiva, non si fermerà ricorrendo anche ai giudici del Tar del Lazio e del Consiglio di Stato. Per il momento, comunque, col ricorso presentato ai giudici della Caf la società punta con decisione a riottenere la partecipazione al torneo di serie D, categoria, questa, guadagnata sul campo dalla squadra allenata da Franco Galati. Una presenza in D, tra l’altro, certificata per ben due volte dalla Lega entro il 30 giugno scorso, termine, questo, di conclusione definitiva della stagione sportiva 2019-2020.

Entro questa data, infatti, alla società del Roccella è stato, entro il 24 luglio scorso, consentito di iscriversi regolarmente al campionato di quarta serie, e non è stata mai notificata, perché mai decisa dall’organo disciplinare competente, la penalizzazione di un punto. Il provvedimento, infatti, è stato inflitto 40 giorni dopo la chiusura della stagione. Per questa ragione, quindi, semmai, il Roccella la penalizzazione dovrebbe scontarla nel 2020-2021.

 

ANTONELLO LUPIS (Gazzetta del Sud)

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