Ven. Apr 19th, 2024

Negli ultimi mesi abbiamo troppe volte assistito impotenti o appreso ormai a cose fatte della demolizione di edifici e complessi edilizi storici sorti in aree rurali tuttora extraurbane o invece raggiunte dalla urbanizzazione più recente, disabitati e in condizioni di più o meno accentuata ruderizzazione ma ancora recuperabili al patrimonio e alla fruizione pubblica. Simili episodi si ripetono con una frequenza preoccupante soprattutto in Campania, e specialmente nel Napoletano (ad esempio a Marigliano, Volla e, solo ieri, a Giugliano, dov’è andato distrutto il cosiddetto palazzo della maddalonese). Rivolgo perciò un appello al ministro Franceschini, facendomi latrice del grido di dolore che si leva da moltissimi cittadini e associazioni, perché disponga, su tutto il territorio nazionale, una MORATORIA alle demolizioni di edifici con più di 70 anni. La chiedo in attesa che, nelle more dell’auspicata discussione in Parlamento della proposta di legge Bianchi Bandinelli, si provveda ad una ricognizione a tappeto del costruito storico in tutte le regioni prodromica all’apposizione di nuovi vincoli monumentali, ove ricorrano le condizioni per emanare tali provvedimenti. Il corto circuito per cui, alla richiesta di informazioni sullo status vincolistico di un immobile, non segue, da parte dell’ufficio ministeriale competente per quell’area, l’auspicabile interlocuzione con gli uffici tecnici comunali per sapere se siano state avanzate richieste di demolizione e ricostruzione (in Campania favorite dallo sciagurato Piano Casa), impedisce alla Soprintendenza di avviare per tempo la verifica dell’interesse culturale ex art. 12 del Codice, e mentre fa gli interessi degli immobiliaristi più spregiudicati (troppo spesso in combutta con funzionari e/o amministratori locali), cancella letteralmente pezzi di memoria della comunità. Serve, perciò, e la richiesta ha carattere di assoluta urgenza, una nuova seria campagna di assunzioni a progetto, da parte del MiBACT, per il tramite dell’ICCD, per formare alla catalogazione secondo i criteri dell’Istituto altre centinaia di giovani, oltre i 500 di qualche anno fa, che assumano su di sé l’onore e l’onere di questa battaglia di civiltà promossa dallo Stato nel rispetto dell’art. 9 della Costituzione.

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