Mar. Mar 19th, 2024

Sosteniamo convintamente chi, in queste ore, si sta mobilitando con compostezza e con ordine, per esprimere il proprio dissenso contro le misure restrittive del Governo. Aderiamo con i rappresentanti dei circoli, senza strumentalizzazioni politiche, alla manifestazione di venerdì 30 ottobre, in Piazza Duomo. Saremo a sostegno degli imprenditori, dei pubblici esercizi, dei commercianti, degli artigiani e delle partite iva di Reggio Calabria. Non condividiamo la scelta di chiudere alle 18.00 le attività che, con scrupolosità, si sono attenute a tutte le indicazioni previste dalle normative nazionali, seguendo rigidamente tutti i protocolli anti contagio, investendo tante risorse di tasca propria.
Esprimiamo solidarietà agli imprenditori del settore, i quali, insieme a quelli della cultura e del fitness hanno pagato il prezzo più alto di questo mini-lockdown.
Anzi, mi rivolgo a quanti hanno la possibilità, e nel pieno rispetto della prevenzione, di sostenere le attività economiche e di ristorazione. Il nuovo Decreto del Presidente del Consiglio limita gli esercenti che hanno profuso sacrifici e sforzi economici per non essere travolti dalla crisi economica, effetto irreversibile della Pandemia Covid. Consapevole che l’emergenza non vada sottovalutata, soprattutto per l’elevato tasso di contagiosità con il quale si sta manifestando in questo autunno, le restrizioni da semi lockdown potrebbero produrre effetti nefasti per l’economia locale.
Al netto dei sostegni economici – indispensabili ovviamente – che il Governo dovrà far pervenire, in termini di sussidi e defiscalizzazioni, il mio appello riguarda l’attività di ristorazione e bar. La chiusura alle 18, è un deterrente per chi con questa attività manda avanti la famiglia. Chiedo a tutti coloro ne abbiano la possibilità, e con uno spirito civico profondo, di usufruire dei servizi da asporto attivati dagli esercizi di ristorazione e dai bar. O magari sfruttare i pranzi per poter dare un respiro ad attività e locali, che altrimenti rischieranno la chiusura. Ovvio è, che occorre senso di responsabilità e una massiccia dose di premura nello spostarsi e nel frequentare i locali che ancora sono aperti e stanno garantendo il loro servizio. Sono convinto che una piccola ancora di salvataggio possa essere rappresentata dai cittadini, noi cittadini. Senza abbassare la guardia – ribadisco – chi è nelle condizioni di poter servirsi di bar e ristoranti, potrebbe effettivamente lasciare in moto quel briciolo di economia reale che resiste, nonostante i divieti, nonostante la paura e nonostante le inibizioni.
Mi rivolgo spassionatamente a quanti possano aderire a questa preghiera. Nella speranza che il Governo riveda questo provvedimento, optando per chiusure e limitazioni a settori che non hanno un forte impatto economico, come ce l’hanno quello del food e beverage, auspico un impegno popolare affinché non vengano lasciati soli gli imprenditori della ristorazione e i titolari dei bar.

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