“La vignetta ‘omofoba’ che circola in questi giorni sui social network e su wahstap vuole solo fare male ma non mi tocca,nè mi offende. Da quando faccio servizi in Calabria, Sicilia ed Campania nessuno mi ha mai offeso ne apostrofato come gay. Sono quei giochini tipici del web. Anche la parole ‘rikkione’ con cui mi si vorrebbe ingiuriare non mi tocca. Forse anche perché ho una età ma il vittimismo non fa parte del mio carattere . “ Lo ha dichiarato Klaus Davi a proposito di una delle vignette che in queste ore circolano sul web e sulle applicazione di Wahstap. Vignette che secondo numerose testate specializzate sono letteralmente ‘esplose’ sui social . “ Una di queste scimmiotta il celeberrimo film Il Padrino. Un picciotto si rivolge a don Corleone (il capo mafia interpretato nel film da Marlon Brando) “hai sentito la ‘Commissione’ ha deciso : fuori quel rikkione di Klaus dentro i Tegano, i De Stefano e i Libri.” “Ma chi i mafiosi? Ribatte l’affiliato di don Vito ? “Ma che hai capito coglione idu u pigghiava e idi ciu davano”.” Quella di Marlon Brando faceva seguito a una prima vignetta che raffigurava due pupi del celeberrimo Muppet Show. Nella divertente e sarcastica scenetta satirica, Statler dice a Waldorf: “Lo Stato italiano ci ha messo 13 anni per arrestare il plurikiller Gino Molinetti” (riferendosi al fatto che incredibilmente il killer Molinetti sia stato lasciato libero e sostanzialmente indisturbato per 13 lunghi anni) . Pronta la replica di Waldorf: “Ma sono bastate solo due settimane per fermare Klaus Davi” (riferendosi alla esclusione di Klaus Davi dal consiglio comunale dopo che la stessa Commissione elettorale di Reggio Calabria aveva comunicato alle agenzie di stampa il 25.09 alle ore 15.17 che la sua lista aveva superato la soglia del 3 per cento). . E la chiusa inequivocabile: “È proprio vero che questo Klaus Davi non conta un c….”. Secondo numerose testate entrambe le ‘scenette’ diventate un vero e proprio mini evento nella galassia di internet. Quella dei Muppet Show si riferisce esplicitamente al caso degli ‘scrutini pazzi’ a Reggio Calabria dove per contare le schede la Commissione elettorale locale ha impiegato tre lunghe settimane un record negativo mai visto nella storia della Repubblica italiana.
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La vignetta che circola su Wahstap, Facebook e altri social in queste ore