Gio. Mar 28th, 2024

Accuse di falso, occultamento di documenti e peculato per la gestione della depurazione

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Il gip di Locri ha dichiarato la nullità della richiesta di rinvio a giudizio depositata dalla Procura di Locri nei confronti dell’ex ministro per gli affari regionali Maria Carmela Lanzetta e di altri 12 indagati, accusati, a vario titolo, e con modalità differenti di falso, occultamento di documenti, peculato e distrazione di risorse. L’indagine, che comprende anche tecnici, dirigenti comunali e regionali ed imprenditori, è quella relativa a un finanziamento regionale destinato all’ottimizzazione e collegamento del sistema fognario di Monasterace al depuratore consortile di Camini. Gli altri indagati sono: Alessandro Amato, Domenico Brizzi, Giuseppe Caminiti, Giuseppe Carnuccio, Bruno Cundari, Gerardo De Agostino, Caterina Denisi, Salvatore Epifanio, Giuseppe Graziano, Bruno Gualtieri, Vito Micelotta e Domenico Sodaro.

Secondo la tesi della Procura di Locri sarebbe stato speso 1 milione e 60 mila euro senza che «nessun risultato sia stato conseguito per l’interesse pubblico. Tant’è che ancora oggi Monasterace Superiore sversa per intero i liquami ubicati in pozzi al di sotto del ponte che attraversa la fiumara Assi» e «la condotta di collegamento tra la frazione Campomarzo e Monasterace Centro è seriamente danneggiata all’altezza della fiumara Assi». La pubblica accusa ipotizza che alcuni funzionari regionali che avrebbero dovuto vigilare sulla regolare esecuzione dei lavori e sul rispetto della convenzione stipulata con il Comune di Monasterace «omettevano qualsiasi tipo di controllo, sia dal punto di vista formale che sostanziale sulla complessiva funzionalità delle opere a fronte del progetto e del finanziamento».

Accuse contro le quali si sono opposti i difensori, in particolare gli avvocati Vincenzo Monteleone, Guido Contestabile, Menotti Ferrari, Antonio Mazzone, Riccardo Misaggi, Mario Mazza, ed altri, che sin dalla prima udienza preliminare hanno eccepito la nullità della richiesta del pm per indeterminatezza del capo di imputazione. In particolare, l’avvocato Monteleone, che assiste Domenico Brizzi insieme all’avv. Contestabile, ha evidenziato la genericità dell’editto accusatorio contenuto nella richiesta del pm, che non ha formulato compitamente la contestazione «con specifico alle condotte attribuite a ciascuno degli imputati, alle qualità rivestite da ognuno di essi nonché al “tempus commissi delicti”».

Il gip Sergio Malgeri ha accolto le argomentazioni difensive e ha disposto la restituzione degli atti al pm.

r.m.

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