Mar. Mar 19th, 2024

Non faccio parte dei negazionisti del Covid, non potrei rappresentare un ente pubblico. Non sono neppure fra quelli che, visto il basso numero di contagi marcati in Calabria dall’inizio della pandemia, si è affrettato a chiudere piazze, giardini e addirittura cimiteri. 

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La percentuale del 95% di asintomaticità o di poca sintomaticità delle persone positive al virus dovrebbe suggerirci la tenuta di comportamenti corretti ma senza eccessi. La necessaria prudenza da mettere in pratica attraverso l’utilizzo scrupoloso dei DPI ed il distanziamento interpersonale, con queste premesse, almeno in Calabria, dovrebbe essere sufficiente per la gestione del Covid-19. Il rischio concreto altrimenti sarà l’implosione economica in un Paese dove, fra l’altro, la gente ha già compreso quanto la pandemia sia stata utilizzata per comprimere ulteriormente i pochi spazi democratici rimasti.

 

Il Governo, grazie al “cuscino” Covid, ha scongiurato ogni possibilità di essere messo in discussione anche se di argomenti su cui ha preso scivoloni ce ne sono stati.

Oggi vara il decreto “ristoro” che, viste le premesse, lascerà a stomaco vuoto un po’ tutti, come ad esempio le migliaia di lavoratori che attendono ancora la cassa integrazione da marzo. Con questo decreto “ristoro”, anziché “ristorare i ristoratori” obbligati a chiudere – a mio avviso immotivatamente – i propri locali alle diciotto, il Governo rinvia le elezioni dei comuni sciolti per mafia cui la normativa vigente riserva un turno straordinario autunnale. 

Questa sì che è una scelta che aiuterà a sollevare l’economia! Il paradosso è che dei quattro comuni Calabresi destinati a riprendere la vita democratica il 22 di novembre p.v. il comune di Siderno è stato addirittura sciolto il 9 agosto 2018. 

È appena il caso di ricordare che l’art.143 del TUEL dispone un periodo di sospensione democratica da dodici a diciotto mesi ma, guarda caso, è stata sempre considerata la cifra massima per una sorta di automatismo. La stessa norma che regola gli scioglimenti prevede altresì che i diciotto (18) mesi possano essere prorogati di ulteriori sei mesi e fino ad un massimo di ventiquattro (24) “solo in casi eccezionali”. Guarda caso, sembra che in Calabria siano tutti sempre dei casi eccezionali.

Per Siderno, addirittura, di mesi ne sono passati già ventisette (27), andando ben oltre quanto previsto dalla normativa. Ciononostante, il nostro caro Governo, in un’area a bassissimo contagio, considerato che le elezioni si svolgono in due giorni e con il massimo della prevenzione, ha deciso di concedere altri sei o sette mesi di letargo alla comunità più popolosa della costa jonica reggina, facendo arrivare lo scioglimento ad addirittura trentatré, forse trentaquattro mesi. Una “bonifica” che durerà, semmai si riuscirà a votare, quasi tre anni. 

Non si comprende la ratio che ha spinto il Governo a questo rinvio, dato che le ultime elezioni si sono tenute poche settimane fa. Sembrerebbe quasi schizofrenia: una patologia che, riflettendosi sulle scelte che inquadrano dall’alto la nostra comunità, rischia di essere molto più pericolosa del Covid, in termini democratici, sociali ed economici.

Il governo, anziché individuare soluzioni in termini di riqualificazione sanitaria del Paese, scarica ancora una volta sui cittadini tutte le criticità.

 

L’indignazione popolare di massa rimane, ormai, l’unica arma di fronte ad una classe politica, specie su questi temi, completamente “asintomatica”.

PIERPAOLO ZAVETTIERI

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