Mer. Apr 24th, 2024

Non sapeva di dover fare il Piano anti-Covid, ma in realtà lo aveva già fatto

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Dopo l’ intervista rilasciata al giornalista della trasmissione televisiva di RAI 3  “Titolo V” e la decisa presa di posizione del Premier Conte, il generale Saverio Cotticelli si è dimesso dalla carica di Commissario al Piano di rientro, nomina che aveva ricevuto, nel dicembre del 2018, dal Governo a guida Cinque Stelle e Lega. Sicuramente molti sono stati quelli che hanno avuto modo di ascoltare le dichiarazioni dell’ ex Commissario e di vedere anche come si è svolta l’intervista, rimanendo, probabilmente, tutti a dir poco sgomenti.

In una fase della pandemia così delicata, in un momento di grande preoccupazione, con un indice di trasmissibilità alto e che mostra un trend in ascesa, con operatori sanitari che sono allo stremo delle forze e che chiedono di non essere lasciati soli “in trincea”, con operatori economici di numerosi settori che devono, responsabilmente, adeguarsi alle regole della “zona rossa” per le inefficienze del sistema sanitario, le dichiarazioni del generale Cotticelli sono state di una gravità che ha dell’incredibile. La scoperta, nel corso dell’intervista, che il compito di predisporre il Piano per il potenziamento della rete ospedaliera d’emergenza era stato dal Governo, già da parecchi mesi , assegnato a lui e la sua risposta, su insistenza del giornalista che faceva fatica a credere, che avrebbe provveduto “presto”,  potrebbero solo farci ridere se non si trattasse di una pandemia che ha effetti devastanti sulla  vita delle persone.

Il problema, però, a nostro giudizio, è ancora più grave, in quanto il generale Cotticelli non sapeva o non ricordava che il Piano Covid-19, come previsto dall’ art.2 del Decreto Legge 34/2020 , per il potenziamento della rete ospedaliera di emergenza, era stato dalla sua stessa struttura predisposto (DCA n° 91 del 18/06/2020), da lui stesso firmato ed inviato, nei tempi previsti, al Ministero della Salute per l’ approvazione. Così come non sapeva o non ricordava che il Ministero della Salute lo aveva già approvato, in data 18/07/2020,  ed inviato al dott. Arcuri, Commissario di Governo per l’emergenza Covid.

La Calabria, diversamente da quanto affermato dal generale Cotticelli, ha predisposto il Piano richiesto dal Governo. In conferenza Stato-Regioni, il Commissario Arcuri ha concordato lo schema di attuazione e si è convenuto di dare facoltà alle Regioni di chiedere la delega per l’attuazione, fissando il termine massimo del 30 settembre , entro il quale le Regioni avrebbero dovuto fare richiesta di delega. La nostra Regione non ha provveduto a farlo e, per accelerare le procedure, lo scorso 9 ottobre, il Commissario Arcuri ha nominato “soggetti attuatori” le Aziende Sanitarie che devono così procedere, utilizzando l’accordo quadro approvato ed il finanziamento dedicato. Le risorse destinate alla Calabria, solo per il potenziamento dell’area ospedaliera, ammontano, solo per il 2020, a 54 milioni di euro. Possibile che, nessuno, ai vari livelli, non sapesse nulla di tutto questo ?

 

Dopo qualche ora dalle dimissioni, come preannunciato dallo stesso premier Conte, è stato nominato il nuovo Commissario,Giuseppe Zuccatelli , attualmente commissario straordinario dell’Azienda ospedaliera Pugliese Ciaccio di Catanzaro e del Policlinico universitario Mater Domini, che ha sicuramente competenza e conoscenza dei problemi della Sanità calabrese. Ma, siamo certi che queste prerogative potranno essere sufficienti ad invertire la rotta ? Ci si è chiesti, ad esempio, come potrà essere superato il persistente conflitto tra la Struttura Commissariale, che fa riferimento al Governo centrale, ed il Dipartimento Tutela della Salute, che fa riferimento al Governo regionale ? Basterà  il rafforzamento delle funzioni commissariali, previsto nel decreto di proroga del Commissariamento, a produrre discontinuità in un sistema dove gravitano tanti interessi, che ha gravi inefficienze in ogni sua parte, che da troppo tempo è lasciato in una confusa e disarticolata rete di comando, incapace di affrontare anche semplicemente l’ordinario ? Non sappiamo rispondere a queste domande, anche perché ci sembra che, da tempo, manchi il leale clima di collaborazione e di responsabilità condivisa tra  i vari livelli istituzionali, indispensabile dare efficienza alle varie scelte operative. Come Comitato civico vogliamo sperare che queste difficoltà possano essere superate, nell’interesse primario di tutti i cittadini, e che la sostituzione possa apportare rapidamente ad un miglioramento della nostra Sanità.

 

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