Mar. Apr 16th, 2024

In attesa della messa in atto del regime di lockdown rosso per la Calabria che scatterà da domani come previsto dall’ultimo DPCM del Governo, dovuto dal rapporto tra l’indice di replicabilità del virus, i focolai attivi ed i posti letto disponibili in ambito regionale, interviene il Consigliere Regionale Raffaele Sainato.

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“Si deve fare chiarezza – specifica sin da subito Sainato – circa le accuse di inazione mosse contro le autorità regionali che negli ultimi otto mesi dell’epidemia, “avrebbero portato allo sfascio nel totale immobilismo la situazione sanitaria”.  “In primis – sottolinea il segretario della Commissione Sanità del Consiglio Regionale – sono stati oltre 10 gli anni di commissariamento, cui la Regione Calabria è stata sottoposta e tanti sono stati i danni susseguenti, spesso prodotti da decisioni centralizzate poco rispettose dei bisogni territoriali. Ed ora invece di rimpolpare di compiti la regione il Governo non solo intende nominare i commissari ad acta per il piano di rientro, ma anche tutte le figure manageriali delle varie Aziende. La Giunta Santelli aveva predisposto appositi elenchi per tali figure e da questi non si sarebbe potuto prescindere le successive nomine. Con il nuovo Decreto, il super – Commissario potrà muoversi in modo del tutto indipendente senza selezioni, senza elenchi speciali, senza curriculum”.

Quindi Sainato ricorda, tornando al dibattito in corso sulla situazione della Locride, come, già lo scorso marzo, si ipotizzò da parte dell’Asp e della Regione la possibilità di attivare un centro dedicato ai malati da Covid19 nel territorio, prima presso l’ospedale di Locri e dopo le proteste dei rappresentanti istituzionali presso l’ex ospedale di Siderno. Le istituzioni comunali locali appena paventata la proposta dichiararono subito come fosse: “sicuramente sbagliato il progetto che qualcuno sta tentando di far passare tra ASP e Regione Calabria di un reparto di Covid-19 all’interno della struttura ospedaliera di Locri”; ed anche quando si profilò l’opzione di attivare tale supporto sanitario  presso l’ex ospedale di Siderno altrettanto grave fu l’elevarsi delle preoccupazioni territoriali, nonostante molti sindaci riconobbero come  fosse “necessario che la Locride si doti in altro luogo (ad esempio l’ex Ospedale di Siderno, …) di una struttura, anche modulare, che possa offrire l’adeguata assistenza alle diverse tipologie di pazienti…”. Allora grande fu l’impegno locale per bloccare il progetto proposto dalla Regione e dall’ASP di ampliare la terapia intensiva di Locri, che si sarebbe potuta dotare tranquillamente nei tempi necessari di altri 10 posti letto. Si riuscì infatti a far revocare il possibile investimento interessando sulla questione la stessa presidenza della Regione, che riconobbe le legittime preoccupazioni del territorio e bloccò il progetto decretando che “I reparti Covid 19 non si possono fare nelle strutture ospedaliere spoke”.  La Locride rispose all’unisono: “Locride, territorio di persone sagge e responsabili, disponibile a individuare una soluzione, per un Centro Covid19, in una struttura del territorio, distinta e distante dall’Ospedale della Locride… Ringraziamo ancora il Presidente Jole Santelli per avere in modo solerte compreso e condiviso la nostra preoccupazione e per essere stata immediatamente consequenziale”.

“Oggi – sottolinea Sainato- i tempi per attivare i necessari posti in terapia intensiva non possono essere improvvisati, infatti, per avviare la procedura l’impulso deve partire dalla Regione ma la consegna esecutiva viene fatta dall’ASP, che deve avviare il trasferimento dei macchinari necessari, come possono esserlo i respiratori, al circuito sanitario deputato per la loro messa in funzione. Non si deve per altro dimenticare – conclude Sainato – come la Calabria nonostante le carenze infrastrutturali sia riuscita, nel pieno della prima fase della pandemia, quando le strutture erano al collasso nel Centro e Nord Italia a ricoverare nei centri di terapia intensiva di Catanzaro e Cosenza pazienti provenienti da altre regioni, che sono stati curati nonostante le gravi situazioni e hanno potuto fare ritorno nei loro territori perfettamente guariti”.

 

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