Mer. Apr 24th, 2024

L’Assessore alle pari opportunità, politiche sociali e pubblica istruzione del Comune di Locri, Domenica Bumbaca vuole porre l’accento, principalmente, sui diritti all’istruzione e alla salute, in questo momento di emergenza causata dal Covid19

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L’ Assessore Domenica Bumbaca si interroga sulle azioni di screening agli studenti e alle famiglie. Ottima proposta della Regione, chiederemo come attuare lo screening per i genitori, come riportato nell’ordinanza.

In occasione delle giornate dedicate ai diritti dell’infanzia e dell’adolescenza l’Assessore alle pari opportunità, politiche sociali e pubblica istruzione del Comune di Locri, Domenica Bumbaca vuole porre l’accento, principalmente, sui diritti all’istruzione e alla salute, in questo momento di emergenza causata dal Covid19.

Oggi come non mai, con la sospensione delle attività scolastiche, su ordinanza regionale per le scuole dell’infanzia ed elementari e quella nazionale per le scuole dalla seconda media alle superiori, è necessario interrogarci sul futuro delle nuove generazioni e sul futuro della scuola. Oggi come già successe con il primo lockdown sia la scuola che la famiglia sono state travolte da provvedimenti che non hanno fatto i conti con le vere esigenze dei minori, ignorando le difficoltà delle famiglie, tra lavoro e quotidianità, non intervenendo sui sistemi e dispositivi informatici da garantire a tutti i bambini, scarso apprendimento e stress. La chiusura della scuola, per la seconda volta, è stato, forse,  il modo più semplice per non affrontare l’emergenza, anche in termini di salute. Purtroppo, l’epidemia del Covid 19 non cessa la corsa e i casi di positivi aumentano giorno dopo giorno.

Era l’inizio della scuola quando grazie al lavoro dei dirigenti scolastici e docenti, delle amministrazioni comunali, tutto era stato predisposto in maniera accurata con banchi a distanza, mascherine, igienizzante, sanificazione ambienti, sanificazione degli scuolabus con misurazione temperatura corporea, come è successo per il Comune di Locri, ma tutto ciò non è bastato. Ci si è scontrati con i ritardi degli esiti dei tamponi e se pur negli istituti della città, non ci fossero numerosi casi diretti e allarmanti, la situazione è degenerata con la stessa sospensione delle lezioni e tutti in Dad.

Giorni per organizzare il lavoro, mentre l’ondata dei positivi cresce, e ad oggi, dopo una settimana nessun intervento per garantire il diritto allo studio, quello in presenza, quello fatto di occhi che si guardano, di mani che si sporcano di gesso, di libri sotto il banco, di docenti che sorridono e alunni che scopiazzano e condividono pensieri ed emozioni, anche con una mascherina in viso. E se pur nelle nostre scuole i ragazzi diversamente abili stanno frequentando in presenza con didattica digitale integrata, con le docenti di sostegno e gli assistenti socioeducativi ed esperti della comunicazione, a loro mancano i compagni.

Dunque, tralasciando ormai il fatto che avremmo preferito risorse economiche a tutela della salute dei ragazzi, risorse sui dispositivi informatici e non banchi nuove e a rotelle, è qui che chiediamo alla Regione Calabria di avere delucidazioni su quanto riportato nell’ordinanza n.87 del 14/11/2020 sulla disposizione dello screening gratuito alle famiglie. Nell’ordinanza si legge: “Si dispone l’offerta dello screening gratuito, mediante tampone rapido antigenico, ai genitori degli alunni che frequentano le scuole primarie e la scuola dell’infanzia, da effettuarsi a cura delle Aziende Sanitari Provinciali, secondo le indicazioni e le priorità fornite dall’Unità di Crisi regionale ai Dipartimento di Prevenzione e con il coinvolgimento dell’Ufficio scolastico regionale”.

Molti sono i genitori che chiedono di poter effettuare il tampone rapido ed è per questo che chiederemo alla Regione Calabria quali procedure attivare affinché anche sul nostro territorio si possa procedere con l’esecuzione dei tamponi, apprezzando questa proposta e condividendola.

Oggi più che mai parliamo di diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, leggendo magari la Convenzione Onu sui diritti dei bambini. Nelle scuole lo stanno facendo, anche se a distanza, perché la volontà di far vivere ai ragazzi la normalità è più forte di ogni restrizione.

 
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