Gio. Apr 25th, 2024

E’ fin troppo facile scaricare ora tutte le responsabilità dello sfacelo della sanità calabrese sul Gen. Cotticelli.
Troppo facile e troppo comodo.
Chi da anni in questa regione si batte perché vengano garantiti tanto il diritto alla salute dei calabresi quanto i diritti dei
lavoratori del settore sanitario sa benissimo che l’attuale commissario è solo l’ultimo dei responsabili, solo la punta
dell’iceberg che diventa un capro espiatorio, un atteggiamento criminale diffuso.
È da quando è iniziata la pandemia che USB, nel silenzio generale degli altri sindacati, denuncia inefficienze e ritardi nella
gestione, colpevoli omissioni e vere e proprie condotte criminali che rischiano di far pagare un costo altissimo in termini di
vite umane a 2 milioni di cittadini Calabresi.
Non siamo mai stati teneri con il commissario, ma scaricare addosso a lui tutte le responsabilità oltre ad essere vigliacco
ed ipocrita è poco rispettoso nei confronti di tutti quei cittadini che hanno pagato e pagano con la propria vita il costo del
sistema sanitario peggiore d’Italia.
È vero Cotticelli è il vertice apicale della sanità in Calabria da 2 anni, è vero che è principalmente responsabilità sua se non
è stato attuato il nuovo piano antipandemico regionale e forse è anche vero che è stato il peggior commissario mai avuto,
ma ci sono altre responsabilità che è d’obbligo sottolineare per evitare che una volta cambiato il commissario tutto ritorni
tragicamente come prima.
Prima di tutto ci sono le responsabilità del governo centrale, di chi ha scelto il commissario e di chi l’ha confermato al suo
posto.
È bene ricordare che Cotticelli è in carica dal governo Conte 1 ed è stato scelto dell’allora ministro della sanità, la
pentastellata Giulia Grillo.
Sarà stato il solito approccio manettaro e giustizialista, figlio di una cultura che narra il meridione come terra di mafia e la
pubblica amministrazione come luogo di corrotti e fannulloni, il metro di valutazione principale per scegliere, come
commissario per il peggior sistema sanitario italiano, un carabiniere che di sanità non sa nulla.
Chi è venuto dopo la Grillo si è limitato a non far nulla, avallando la scelta precedente, anche quando durante il primo
lockdown ha visto letteralmente sparire l’intera struttura commissariale. Non una sola delibera scritta, non una sola
intervista rilasciata, nulla di nulla, commissario e sub commissari si sono trasformati in latitanti, mentre tutti i calabresi
erano impauriti e chiusi in casa.
Poi ci sono le responsabilità dei vertici politici regionali tutti compresi: maggioranza e finta opposizione.
Tutti troppo impegnati a dividersi i proventi e voti della sanità privata per pensare allo sfacelo di quella pubblica.
Nei lunghi 11 anni di commissariamento, ben prima che i calabresi conoscessero il nome di Cotticelli, chiunque si sia
seduto a Palazzo Campanella ha avallato la lenta e progressiva distruzione del sistema sanitario pubblico.
Mentre i commissari cambiavano nome e casacca politica, una sola costanza ha accompagnato i vari nominati: il taglio del
pubblico e l’aumento del privato.

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