Ven. Apr 19th, 2024

“Preoccupato, a gennaio-febbraio vedremo gli effetti dei comportamenti a Natale” dice il fondatore di Emergency. Le vaccinazioni? “Limitano numero vittime, non diffusione del virus”. E ancora: “Mi spiace vedere anche persone note che dicono che le mascherine non servono e che possono essere dannose: sono follie socialmente pericolose”.

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“Sono molto preoccupato di quello che succederà a gennaio-febbraio, sarà allora che vedremo gli effetti dei comportamenti a Natale. Il nostro mi sembra un paese superficiale, che si dimentica che ogni giorno abbiamo centinaia di morti. Non ne usciremo comunque prima di due o tre anni, ma per non pagare un prezzo altissimo la responsabilità individuale è fondamentali”. Così Gino Strada, fondatore di Emergency, intervenendo a ‘Mezz’ora in più’ su Rai3. “Non credo che” la situazione “si risolverà nei primi mesi delle vaccinazioni: ci sarà un momento di euforia ma poi… Le vaccinazioni limitano il numero dei morti ma non la trasmissione della malattia”, ha proseguito. “Mi spiace vedere che ogni tanto ci sono anche persone note che dicono che le mascherine non servono e che possono essere dannose: queste follie sono socialmente pericolose”. Molte morti perché deboli sul territorio “Credo che altre ragioni siano i tagli fatti negli ultimi 10 anni sulla medicina del territorio” ha poi aggiunto, in relazione all’alto numero di morti da Coronavirus che si registra ogni giorno nel nostro Paese. Il fondatore di Emergency ha spiegato: “L’emergenza non si supera con le terapie intensive, ma sul territorio. Noi siamo debolissimi”. “Ci vuole responsabilità di tutti per uscire da questa situazione. Non credo che se ne uscirà prima di due o 3 anni. I vaccini daranno un po’ di euforia, ma bisognerà continuare ad avere comportamenti attenti”. Rispetto al fatto se lui fosse disponibile a fare il vaccino Gino Strada ha spiegato con un sorriso: “Certamente lo farò. Poi per le condizioni in cui sono, l’età di 72 anni e altro mi aspetta una scatola di vaccini”. In attesa di capire come fare di più in Calabria “La sanità pubblica andrebbe distinta da quella privata. In Calabria oltre il 70% delle risorse vengono spese per la sanità, ma se ne vanno quasi tutte nel privato. E quando ci si trova in emergenza tutti i nodi vengono al pettine. Siamo in attesa noi di Emergency per capire se in Calabria possiamo fare qualcosa in più” ha concluso Strada. 

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