Mer. Apr 24th, 2024

Rocca: si pensa solo al “bancomat” manutenzioni

Ma serve davvero il vecchio sistema di depurazione consortile? Oppure è “Dad” depurazione a distanza, come la didattica? Il presidente dell’Osservatorio “Diritto per la vita“, Arturo Rocca usa un battuta per rilanciare un problema che è da anni una palla al piede per la Locride, ed esprime tutte perplessità sulla recente decisione della Regione di continuare ad usare il vecchio sistema di collettamento del depuratore consortile con il cospicuo finanziamento di 1,8 milioni annunciato dall’assessore Di Caprio.

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«Da noi – spiega Rocca – la depurazione è stata sempre a distanza. È un problema che non si è mai affrontato davvero e il nostro territorio è devastato dagli scarichi abusivi privati ma anche pubblici. Anzi soprattutto pubblici. Sono tantissimi i comuni calabresi che non hanno alcun sistema di depurazione, e anche quando ce l’hanno funziona poco e male».

L’affondo di Rocca si sposta quindi, sul commissariamento regionale «Nel periodo del commissariamento – dice – sono state fatte scelte scellerate che sono costate molto ed hanno risolto poco o niente. I depuratori costruiti quasi in ogni comune sono stati abbandonati, molti senza mai essere entrati in funzione, per una politica di megadepuratori consortili con la costruzione di impianti dal costo spropositato e di canalizzazioni che avrebbero dovuto trasportare i reflui per decine di chilometri spinti da pompe azionate elettricamente che sono state posizionate vicino alla riva del mare o alle foci delle fiumare e che si bloccano ad ogni mareggiata e ad ogni pioggia torrenziale; e a volte si bloccano anche senza eventi straordinari. Ci sono i sistemi di telecontrollo ma spesso e volentieri si bloccano anche quelli».

Rocca porta, quindi, un esempio specifico: alla fine di novembre anche il depuratore di Siderno che i responsabili «vantano essere efficientissimo» si è bloccato. «Adesso, proprio in questi giorni – afferma – per ore ha riversato reflui nella fiumara e sono arrivati al mare perché inspiegabilmente quando si fa la manutenzione questo succede puntualmente. Ma il fallimento di questo sistema – continua – non ha scoraggiato neanche il nuovo assessore regionale che proprio in questi giorni ha concesso un finanziamento al comune di Siderno di 1,7 milioni per completare il collettamento dei comuni di Agnana, Canolo e Gerace, già oggetto di un finanziamento di 2,5 milioni di euro che ha lasciato il lavoro incompiuto. Altri 400 mila euro saranno stanziati a breve per collettare anche le frazioni di Pirone, Mondarola, Scorciapelle, Giannarena, Summichele, Preiale, Zovaianni e Malivindi. Ci viene da pensare – osserva Rocca – che ci vuole molta fantasia ad immaginare di portare i reflui di Malivindi, frazione di Canolo, al depuratore di Siderno a forza di pompe elettriche che in tutti gli altri casi hanno dato continuamente forfait, e la linea che arriva da Moschetta di Locri è un esempio lampante del sistema sbagliato. Ma anche piccole comunità come quelle appena citate non necessitano di una spesa così esorbitante perché il nostro territorio si presta agli impianti di fitodepurazione che costano poco e funzionano e hanno bisogno di minima manutenzione, ma non essendo un bancomat per gli interessati vengono scartati. La depurazione ormai non è funzionale alla salubrità ambientale ma solo una partita di giro per la costosissima manutenzione e per gli appalti di improbabili depuratori, vedi Camini».

ARISTIDE BAVA

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