Ven. Mar 29th, 2024

Reggio Calabria, il Sindaco Falcomatà è pienamente coinvolto nell’inchiesta della Procura sui brogli alle elezioni comunali: nell’ordinanza dell’arresto di Castorina emergono “elementi inquietanti” indicati dal Gip sul ruolo del primo cittadino

Si aprono scenari inquietanti per il Comune di Reggio Calabria: se l’annullamento delle elezioni comunali, a gran voce richiesto da tutti i candidati a Sindaco delle opposizioni, sembra ormai soltanto un atto dovuto per ripristinare la democrazia in città, diventa sempre più complicata la posizione del Sindaco Falcomatà alla luce dei contenuti dell’ordinanza che ha portato all’arresto dell’amico e compagno di partito Nino Castorina, già capogruppo del Pd nell’ultima consiliatura. Castorina è candidato più votato di tutta la coalizione di Centrosinistra con oltre 1.500 preferenze, decisive per consentire alla coalizione di superare (per un soffio) il 40% necessario ad ottenere i seggi bonus previsto dal premio di maggioranza che ha determinato l’attuale formazione consiliare. In base ai contenuti dell’ordinanza che dispone la custodia cautelare per Castorina, sarebbe stato il Sindaco in persona a nominare i Presidenti di Seggio in modo irregolare, avallando le scelte del consigliere Pd finito ai domiciliari.

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La circostanza era già stata illustrata dal Procuratore Capo della Repubblica di Reggio Calabria, Giovanni Bombardieri, che in conferenza stampa spiegava in modo molto chiaro che “i Presidenti di Seggio sono nominati dalla Corte d’Appello, ma spesso accade che non si presentano o rinunciano all’incarico. In questi casi, i sostituti devono essere nominati dal Sindaco. Falcomatà in un primo momento ha delegato Castorina per nominare i sostituti, e Castorina ha provveduto alle nomine. Ma poi lo staff del Sindaco si è accorto che il primo cittadino non poteva delegare un consgliere comunale, e ha revocato la delega a Castorina ma ha comunque ratificato le stesse nomine già fatte da Castorina“. Rispondendo alle domande dei giornalisti sull’ipotesi che questo comportamento del Sindaco rilevasse condotte illecite, Bombardieri ha ribadito che questo è solo un primo step dell’inchiesta, che procederà con ulteriori approfondimenti.

Leggendo l’ordinanza dell’arresto di Castorina, lo scenario in cui Falcomatà ha agito appare ancor più opaco. Nel documento del Tribunale, infatti, si legge che “nel corso degli accertamenti svolti dalla polizia giudiziaria sulla questione della richiesta e successivo rilascio dei duplicati delle tessete elettorali, fin da subito, oltre a1le irregolarità connesse alla predetta procedura – il cui accertamento conduceva alla figura del candidato Castorina Antonino – emergevano ulteriori irregolarità afferenti la procedura di nomina dei presidenti dei vari seggi elettorali. Anche in questo caso le irregolarità riscontrate prima facie (che in realtà costituivano vere e proprie violazioni di legge) conducevano all’indagato Castorina“.

Nell’ordinanza, quindi, si compie un breve excursus sulla normativa relativa alla procedura di nomina dei presidenti di seggi elettorali, sottolineando come la legge “è chiara nell’attribuire il potere di nomina dei Presidenti di seggio alla Corte d’Appello del distretto del luogo in cui avvengono le elezioni“, ma anche che “spetta al Sindaco, in casi di impedimento del presidente che non consenta la sua sostituzione ad opera della Corte d’Appello, l’assunzione della presidenza del seggio elettorale o la designazione di un suo delegato“.

I giudici della Procura di Reggio Calabria, quindi, riportano le dichiarazioni di un importante teste sentito durante le inchieste, un pubblico ufficiale dei Servizi Demografici del Comune di Reggio Calabria, in base a cui “erano emerse irregolarità circa la nomina in surroga – ovvero in sostituzione di quelli rinunciatari o impossibilitati nominati dalla Corte d’appello – dei presidenti di seggio. In particolare, il teste riferiva che alle ultime elezioni comunali si era verificata un’ulteriore anomalia rispetto alla questione della procedura di rilascio dei duplicati. Difatti, l’indagato Castorina, quale delegato del Sindaco, aveva provveduto alla sostituzione dei presidenti di seggio nominati dalla Corte d’Appello rinunciatari con nuove nomine a sua firma. Tali nomine da parte di Castorina erano avvenute, evidentemente, in violazione dell’art. 20 T.T. Elezioni comunali nelle quali, come si diceva, in caso di rinuncia o impedimento del presidente di seggio nominato dalla Corte d’Appello, la carica di presidente di seggio (quale suo delegato) spetti direttamente al Sindaco, e che questi non possa delegarla a terzi, per espresso dettato legislativo. Nel caso che qui si occupa, invece, secondo la ricostruzione offerta dal teste, la nomina in surroga dei presidenti di seggio era stata operata da parte del consigliere comunale uscente Castorina che aveva agito, a dire del Presidente dell’ufficio elettorale del Comune, quale delegato del Sindaco. Ulteriore anomalia segnalata dal teste è che la rinuncia da parte dei presidenti di seggio designati dalla Corte d’Appello, per come riferitole dal presidente dell’ufficio elettorale, non era pervenuta all’ufficio elettorale ma era stata comunicata presso quell’ufficio, informalmente (ossia oralmente), dallo stesso Castorinaa. Poichè la procedura era apparsa, prima facie, quantomeno irregolare (in realtà si trattava di una vera e propria violazione della predetta disposizione di legge), il teste, su consiglio del dirigente del settore competente del Comune di Reggio Calabria a cui aveva riferito le proprie perplessità, aveva restituito le deleghe (ovvero le nomine dei presidenti di seggio) all’ufficio di Staff del Sindaco. Dopo di ciò, il sindaco in carica, avv. Giuseppe Falcomatà, aveva revocato la delega rilasciata in precedenza al Castorina per poi, sostanzialmente, confermare le designazioni dei Presidenti di seggio fatte da quest’ultimo“.

 

 

Eppure, si legge sempre nell’ordinanza, “tra agosto e settembre l’ufficio elettorale aveva pubblicato un avviso online rivolto a tutti coloro che non fossero stati sorteggiati dalla Corte d’Appello, ma che fossero comunque iscritti all’abo dei Presidenti di seggio“, con un modulo in cui si poteva dichiarare la disponibilità alla sostituzione dei presidenti di seggio eventualmente indisponibili. “A fronte del potenziamento del sistema attraverso il quale il Sindaco poteva agevolmente procedere alla nomina in surroga dei presidenti di seggio, dunque, appariva ancor più anomalo l’aver delegato il consigliere uscente Castorina“.

Dopo le nomine di Castorina, la Dirigente Comunale contattava il responsabile dell’ufficio elettorale “riferendogli che le nomine dei presidenti di seggio fatte da Castorina fossero, a suo parere, da ritenersi nulle in quanto, secondo la norma, il delegato (cioè il Sindaco) non aveva alcun potere di subdelega della funzione di nomina. Le perplessità della Dirigente venivano comunicate anche all’ufficio dello Staff del Sindaco“. La ricostruzione dell’ordinanza, quindi, evidenzia come il 18 settembre, due giorni prima del voto, il Sindaco ha emanato un atto di revoca della precedente delega fatta a Castorina ma poco dopo, lo stesso giorno, l’ufficio dello Staff del Sindaco “avvertiva telefonicamente la dirigente confermandole che tutti i Presidenti di seggio nominati da Castorina erano stati confermati dal Sindaco, questa volta con regolare nomina in surroga a sua firma“.

Sempre secondo l’ordinanza, Castorina ha firmato le nomine dei presidenti di seggio in ben 41 sezioni elettorali della città, tra l’altro apponendo nello spazio sottostante la dicitura “Il Sindaco“. Nell’ordinanza, infatti, si legge che “gran parte delle nomine di presidente in surroga è stata operata da Castorina (che si firma “il Sindaco” a riprova che non esiste un modello con cui il sindaco sub deleghi ad altri la nomina dei presidenti di seggio) in assenza di rinunce espresse o formali da parte dei designati della Corte d’ Appello (la cui nomina è, nella maggior parte dei casi, regolarmente notificata ai nominati). Altro dato, ancor più rilevante, è che quanto accade per le sezioni 172 e 184 – ove sostanzialmente non vi è alcuna rinuncia del designato dalla Corte d’Appello il quale viene semplicemente “spostato” da una sezione ad un’altra senza alcun apparente motivo – accade anche per altre sezioni ovvero le numero 201/5 e a cascata la 176, 183 e 70“.

 

 

E’ evidente – si legge ancora nell’ordinanza – come la vicenda della nomina dei presidenti di seggio presenti più elementi inquietanti che vanno, a monte, nell’impossibilità di delega da parte del Sindaco e nell’inesistenza della delega stessa (mai rinvenuta tra gli atti ufficiali), fino, a valle, alle anomale deleghe poste in essere da Castorina, in moltissimi casi prescindenti da una rinuncia espressa dal presidente di seggio designato e, in alcuni casi, in totale assenza di rinuncia, come comprovato dal fatto che il designato finiva per esercitare la funzione di presidente di seggio in una sezione diversa da quella di designazione (segno inequivoco del fatto che non avesse rinunciato all’incarico). E’ appena il caso di segnalare come la totale arbitrarietà della procedura di designazione dei presidenti di seggio, prima ancora di diventare oggetto di indagini della polizia giudiziaria, attirava l’attenzione dei dipendenti degli uffici comunali preposti, dell’ufficio elettorale e, finanche, dell’entourage del Sindaco il quale, a seguito di segnalazione, si affrettava a revocare la delega alla nomina dei presidenti di seggio in favore di Castorina (questa volta con atto regolarmente protocollato), salvo poi “ratificare” l’operato dell’indagato, confermando le designazioni da quest’ultimo effettuate (compresi gli “spostamenti” dei presidenti da un seggio ad un altro)“.

 

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