Mar. Apr 23rd, 2024

Circola voce che arriverà nel Meridione appena il 34% delle risorse disponibili «Adesso più che mai un territorio come il nostro dovrebbe fare fronte comune»

Recovery fund: che ruolo potrà avere la Locride nella “spartizione” dell’enorme flusso di danaro che il nostro Paese riceverà nei prossimi mesi dall’Unione Europea?

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È l’interrogativo che si pongono i cittadini di un territorio da troppo tempo abbandonato a se stesso e che si sono posti, nei giorni scorsi, gli organismi esecutivi del Corsecom presieduto da Mario Diano facendo riferimento soprattutto al fatto che gran parte delle somme del Recovery Fund dovrebbero in effetti essere destinate proprio alle aree più povere e meno sviluppate del Paese.

Se tant’è – spiega il Corsecom – i fondi in questione dovrebbero essere utilizzati soprattutto per colmare il divario tra il Sud e il Centro-Nord del Paese.

I dati Istat, infatti, certificano un Sud con un tasso di disoccupazione del 18%, triplo rispetto al nord, e con un reddito procapite di 19.000 euro, rispetto ai 32 mila euro del del resto del Paese.

Purtroppo, però, contrariamente a quelle che sono le indicazioni europee, stanno circolando, in questi giorni, notizie molto allarmanti sulla ripartizione dei fondi.

Il paradosso è che al Sud sarebbe destinato il 34 % del Recovery Fund mentre la restante parte toccherebbe al Centro-Nord.

Questa preoccupazione è stata affrontata nel corso di un incontro congiunto tra i responsabili del Corsecom e i rappresentanti dei club service con caratura nazionale ed internazionale del territorio, ovvero Lions Club di Locri (presidente Giuseppe Ventra), Lions Club di Roccella (presidente Antonio Bagnato), Lions Club Siderno (presidente Pasquale Gagliardi), Rotary Club di Locri (presidente Vincenzo Schirripa) e Kiwanis Club (Giuseppe Canzonieri).

Quello che ha destato maggiore preoccupazione è il fatto che attorno alle possibilità offerte dal Recovery Fund non si riesce a cogliere una fondamentale mobilitazione delle forze politiche e sociali del nostro territorio ma finanche, cosa ancora più grave, della Calabria e del Meridione, come invece dovrebbe essere fondamentale e soprattutto “strategico” in un momento di crisi profonda e quindi davvero così determinante per la sorte delle generazioni future.

«Adesso più che mai – sostengono i rappresentanti del terzo settore – sarebbe necessario fare squadra e far sentire forte la propria voce, oltre che proporre una visione comune nel dibattito progettuale che ha, come è noto, tempi strettissimi visto che il piano progettuale, come raccomandato dall’Unione Europea dovrà essere definito entro tempi molto brevi».

È o quindi sarebbe a rigor di logica auspicabile che il nostro territorio non perda un’occasione cosi importante, forse unica ed irrepetibile.

Ecco la necessità, dunque, di entrare a pieno titolo nella strategia nazionale di sviluppo.

Lions, Rotary, Kiwanis e Corsecom hanno deciso, intanto, di interessare non solo gli organismi regionali istituzionali e deputati e senatori calabresi di Governo ma anche i rappresentanti dei loro distretti, che, in quanto esponenti del territorio meridionale, potrebbero, e dovrebbero, chiedere una giusta attenzione per questo territorio, e segnatamente anche per la Locride, dove le problematiche sono annose e di indubbia importanza per la sua stessa sopravvivenza.

ARISTIDE BAVA

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