Gio. Apr 18th, 2024

Intervistato il vescovo Oliva: «La percorro ogni giorno, so bene quanto è pericolosa»

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L’annoso “mantra” della necessità del completamento della nuova Statale 106, nel tratto della fascia ionica reggina, è approdato ieri anche al telegiornale nazionale. È stato Enzo Romeo, giornalista sidernese, ben noto per essere da anni attento vaticanista, che conosce molto bene le vicende della Locride, a portare le telecamere del Tg 2 per affrontare il discorso 106, non mancando di evidenziare come la vecchia arteria , ormai ben nota come “strada della morte” sia costata la vita, nell’ultimo decennio, a ben 700 persone.

Nel servizio hanno fatto sentire la loro voce Franco Candia, vice presidente vicario di Anci Calabria («la realizzazione della nuova strada è una necessità che non si può disconoscere e deve diventare una priorità del Governo», Mario Diano, presidente del Corsecom che da anni si sta battendo per il completamento dell’arteria («è tempo di dire basta all’isolamento del territorio») e il vescovo di Locri-Gerace mons. Francesco Oliva. «Percorro la vecchia 106 ogni giorno – ha detto il presule – e posso testimoniare direttamente quanto questa strada sia pericolosa».

Un problema veramente serio, quello del completamento della nuova Statale 106 che secondo l’ipotesi progettuale originaria avrebbe dovuto collegare Taranto e Reggio Calabria per una lunghezza di poco meno di 500 chilometri ma che ancora dopo tantissimi anni di attesa è stata realizzata soltanto in parte. Segnatamente, in provincia di Reggio Calabria e Locride solo a spezzoni malgrado un vecchio progetto prevedesse il completamento del tratto Caulonia-Palizzi comprendente anche lo svincolo di Marina di Gioiosa. E in questo tratto era compreso il collegamento Locri-Ardore, comune quest’ultimo nel cui territorio erano già stati eseguiti gli espropri che avrebbero dovuto spianare l’iter burocratico alla nuova realizzazione.

Un tratto già finanziato rimasto fermo al palo per le solite pastoie burocratiche che in Calabria e nella Locride battono di gran lunga per “potenza” qualunque altro territorio del nostro Paese. Si sperava, e si spera, che il Recovery Fund avrebbe potuto far riprendere quel vecchio progetto. Ma sarà veramente così ? Le “voci” che arrivano da Roma non sono rassicuranti e lo stesso servizio del Tg2 non è sembrato lasciare grandi speranze. A quale Santo bisogna, allora, votarsi per avere un minimo di attenzione sociale verso un territorio che continua a rimanere abbandonato a se stesso?

a.b. – GAZZETTA DEL SUD

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