Mer. Apr 24th, 2024
epa08891316 (07/39) A pangolin captured by hunters in the Ituri rainforest, in Mambasa territory, Democratic Republic of the Congo, 19 October 2020. The risk of a new pathogen coming in contact with human populations is increased in areas with high biodiversity like Congo. Over 72 percent of the country lives on less than USD 1.90 a day, which makes free sources of food like hunting essential in parts of the country where hunting and fishing are a viable option. Human populations come into contact with animals and pathogens during activities such as hunting for food or the exotic animal trade and deforestation. With deforestation and habitat loss, animals are more likely to move into new areas and come into contact with human beings for the first time. Humans living in these high-risk areas have a far greater chance of becoming a 'patient zero' for virus spillover than elsewhere. The exotic animal trade is also an attractive source of revenue as Congo still hosts many exotic animals, including pangolins, the mammal suspected to be a secondary host for COVID-19 before it spilled over into the human population. There exists a precarious situation where conservation is a losing battle due to governance factors, and Congo’s biodiversity posits a distinct likelihood for a new virus to jump from an animal to a human population. Mammals alone are estimated to host at least 320,000 undiscovered viruses. EPA/Hugh Kinsella Cunningham ATTENTION EDITORS / MANDATORY CREDIT : This story was produced in partnership with the Pulitzer Center -- For the full PHOTO ESSAY text please see Advisory Notice epa...

‘Pipistrelli e pangolini sono i più probabili candidati. L’ipotesi di fuga del virus da laboratorio è ‘altamente improbabile’

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“Tutti i dati che abbiamo raccolto sin qui ci portano a concludere che l’origine del coronavirus è animale”. Lo ha detto il capo della missione dell’Oms a Wuhan, Peter Ben Embarek, in una conferenza stampa nella città cinese, primo focolaio del coronavirus.

“Il lavoro sul campo su quello che è successo all’inizio della pandemia di coronavirus non ha stravolto le convinzioni che avevamo prima di cominciare”, ha detto ancora il ricercatore.

Della stessa opinione anche il professor Lian Wannian, a capo della delegazione di 17 esperti cinesi che ha affiancato la missione dell’Oms. Le ricerche effettuate sul coronavirus sin qui suggeriscono che abbia un’origine “animale” ma non è chiaro quale sia l’esemplare “ospite” ha detto sottolineando che “pipistrelli e pangolini sono i più probabili candidati alla trasmissione, ma i campioni di coronavirus trovati in quelle specie non sono identici al Sars-Covid 2”. “Non ci sono tracce sostanziali della diffusione del coronavirus in Cina prima della fine del 2019. E non ci sono prove che circolasse a Wuhan prima del dicembre del 2019”, ha detto il professor Lian Wannian.

“Sappiamo che il virus può sopravvivere nei cibi surgelati, ma non sappiamo ancora se da questi si può trasmettere all’uomo. Su questo servono più ricerche”. Lo ha detto il capo della missione dell’Oms a Wuhan, Peter Ben Embarek. “L’ipotesi che il Covid attraverso il commercio di prodotti surgelati è possibile ma molto lavoro deve essere ancora fatto in questo ambito”, ha aggiunto.

Il lavoro congiunto in Cina del team di esperti dell’Oms e di Pechino “è terminato” e ora il lavoro di tracciamento dell’origine del Covid-19 procederà nel resto del mondo e “non sarà vincolato ad alcuna località”, ha affermato Lian Wannian che ha anche aggiunto che la Cina sosteniene “il lavoro e l’azione dell’Oms”.

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