Gio. Apr 25th, 2024
Roma, 14 ott. (askanews) - La Guardia di Finanza di Gioia Tauro, in provincia di Reggio Calabria ha scoperte numerose truffe ai danni del servizio sanitario nazionale. In particolare sono stati accertati casi in cui è stata prodotta un'autocertificazione non veritiera per beneficiare di esenzione sanitaria non dovuta. Complessivamente, tra il 2015 e il 2016, sono state accertate oltre 1.600 tra prestazioni sanitarie e cessioni di prodotti medicinali per i quali non sono stati pagati i ticket. Una trentina le persone che dovranno rispondere all'autorità giudiziaria per il reato di truffa ai danni della Regione Calabria. Tra queste anche soggetti con redditi particolarmente elevati proprietari di immobili di pregio ed autovetture di lusso.

Scoperti da Gdf in intercapedine muro cinta villa nel Crotonese

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Un colpo alla “cassaforte” dei Mannolo di San Leonardo di Cutro: è quello assestato con l’operazione “Soldi rosso sangue” condotta dalla Guardia di finanza di Crotone, con il coordinamento del Procuratore della Dda di Catanzaro Nicola Gratteri e diretta dal sostituto Domenico Guarascio, che ha portato al sequestro di 360 mila euro in contanti a disposizione della cosca. I finanzieri, al’alba, hanno compiuto una serie di perquisizioni in esecuzione di un provvedimento a carico di persone accusate di aver nascosto denaro contante, provento delle attività criminali, per conto del capo del “locale di ‘ndrangheta” di San Leonardo di Cutro. Già l’indagine “Malapianta”, sempre condotta dalla Guardia di finanza crotonese aveva consentito di scoprire l’esistenza di un “locale” nell’agro di San Leonardo, facente capo alle famiglie Mannolo, Trapasso e Zoffreo, con ramificazioni in Puglia, Lombardia, Veneto, Emilia Romagna e proiezioni estere con a capo Alfonso Mannolo, attualmente detenuto. Dall’indagine erano emersi elementi che facevano ritenere l’ausilio di “insospettabili” utilizzati per custodire somme di denaro. Grazie ai contenuti di alcune intercettazioni e alle dichiarazioni di Dante Mannolo, figlio del boss divenuto collaboratore di giustizia, si è arrivati adesso ad identificare alcuni soggetti e siti dove era presumibile ritenere fossero occultate somme di denaro contante. Così durante una perquisizione, nascoste all’interno di intercapedini dei muri di un’abitazione e di un muro di cinta di una villa, è stata trovata la somma posta sotto sequestro. Gli inquirenti ritengono che il denaro, probabile provento di attività di usura, estorsione e traffico di droga, dovesse essere reimpiegato nelle attività criminali della cosca. Si prevedono ulteriori sviluppi.

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