Gio. Mar 28th, 2024
Reparti di terapia intensiva dell’ospedale Martini di Torino, 10 novembre 2020 ANSA/ALESSANDRO DI MARCO

La Calabria in questo momento è in piena terza ondata, la seconda ampiamente prevista, la seconda per la quale non si è fatto nulla affinché potesse essere impedita o per lo meno attenuata.  

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 Dai centri Covid ci arrivano notizie drammatiche: tutti i centri della regione sono pieni, i lavoratori, pochi e spesso precari, sono costretti a turni fuori regola che li provano nel fisico e nella mente. A chi sta combattendo questa sporca guerra contro un nemico invisibile va la nostra più sincera solidarietà, un enorme grazie e una disponibilità assoluta a sostenerli in qualsiasi forma di lotta vorranno intraprendere da qui a venire. 

Siamo convinti che questo enorme sacrificio che il personale sanitario sta facendo per curare i malati in condizioni di assoluta precarietà sia un moto di sentimento e di orgoglio per impedire che la situazione diventi più drammatica di quanto sia già.

Il costo, in termini di vite spezzate, che la Calabria ha dovuto pagare, a partire dalla scorsa estate è stato enorme, considerato l’esiguo numero di abitanti della regione e la scarsa incidenza della pandemia fino ad Agosto. Vite che non sono numeri ma persone, persone con volti, con nomi, con affetti familiari che non vedranno più.

Così come hanno nome è cognome i responsabili di questa carneficina: sono tutte quelle persone che hanno governato o che governano questa regione. 

Arrivisti senza scrupoli, campioni del cambio di casacca che hanno girato l’intero elenco alfabetico dei partiti, dal PD a Forza Italia, dalla Lega all’UDC, passando per Fratelli d’Italia senza una capatina in qualche lista civica farlocca creata ad hoc. 

Tutti i calabresi conoscono i loro nomi, tutti sanno che sono loro le principali responsabilità per lo sfacelo sanitario di questa regione, per il dramma della disoccupazione e della migrazione. 

Sono gli stessi che a Roma si spartiscono le poltrone garantendo in cambio la subalternità e sudditanza della nostra regione all’economia Nordista.

 Sono gli stessi che ci volevano fare “vivere di Turismo”, che alle porte della stagione estiva ci hanno costretto a scegliere tra il “morire di fame” chiudendo l’afflusso o rischiare di morire di covid aprendo la nostra regione. 

Sono gli attuali “governatori” sui quali sarebbe inutile sprecare fiato, il ritardo nelle vaccinazioni, il balletto di apertura e chiusura delle scuole, la cronica assenza di personale e mezzi sanitari nonostante i fondi stanziati dal governo centrale, l’assoluta mancanza di una minima programmazione, il balletto delle dimissioni, sono lì a dimostrare solo una cosa la loro MANIFESTA INCAPACITA’ ammnistrativa, prima che politica. Incapacità talmente palese che persino il governo centrale (soggetto che per composizione sicuramente non ha cuore le sorti di questa regione) si è visto costretto a commissariare il commissario (sic!) affidando la campagna di vaccinazione Calabrese direttamente all’esercito.  

Ma noi di Calabria Resistente e Solidale sappiamo bene che esiste un’altra Calabria fatta di gente per bene che non si sente rappresentata da banditi e incapaci. Una Calabria Resistente, negli ospedali che cura i propri concittadini contro tutto e tutti. Una Calabria Solidale che è stata capace di dare risposte concrete a molte persone colpite dalla crisi, mentre chi governa si girava puntualmente dall’altra parte. 

E a loro che ci rivolgiamo per costruire una tempesta che possa spazzare via tutti i responsabili del dramma quotidiano che vive la nostra terra. 

Nessuno di noi è solo, magari saremo delle gocce ma “Tutte le tempeste iniziano con una singola goccia”!

Calabria resistente e solidale

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