Mar. Mar 19th, 2024

Una “nefasta sinergia” tra mafie e colletti bianchi, senza l’apporto dei quali le prime difficilmente avrebbero potuto far fruttare al massimo le frodi fiscali nel settore degli oli minerali. E’ quella portata alla luce dall’operazione ‘Petrolmafie Spa’ nella quale sono confluite quattro inchieste condotte, rispettivamente, dalle Dda di Napoli, Roma, Reggio Calabria e Catanzaro – con il coordinamento della Direzione Nazionale Antimafia e Antiterrorismo e di Eurojust – e che stamani ha portato al sequestro di beni per circa un miliardo di euro e all’esecuzione di 56 ordinanze di custodia cautelare (35 in carcere e 21 ai domiciliari) e 15 fermi. Dalle indagini è emersa, riferiscono gli investigatori, “la gigantesca convergenza di strutture e pianificazioni mafiose originariamente diverse nel business della illecita commercializzazione di carburanti e del riciclaggio di centinaia di milioni di euro in società petrolifere intestate a soggetti insospettabili, meri prestanome”. A condurre le indagini i finanzieri dei Nuclei di Polizia economico finanziaria e dello Scico di Roma nonché, su Catanzaro, del Ros dei carabinieri che hanno evidenziato il coinvolgimento del clan camorristico Moccia nel controllo delle frodi negli oli minerali, e dei clan di ‘ndrangheta Piromalli, Cataldo, Labate, Pelle e Italiano nel Reggino e Bonavota di S. Onofrio, gruppo di San Gregorio, Anello di Filadelfia e Piscopisani a Catanzaro. Sul fronte anti-camorra hanno operato le Dda di Napoli e Roma con indagini, rispettivamente, sul clan Moccia – ritenuto uno dei più potenti e pericolosi dell’organizzazione camorristica – e sulla Max Petroli. Dalle indagini è emerso il rapporto avviato dal gruppo con la Max Petroli SRL – ora Made Petrol Italia – di Anna Bettozzi. Quest’ultima, secondo l’accusa, trovandosi a gestire una società in grave crisi finanziaria, sarebbe riuscita a ottenere forti iniezioni di liquidità da parte di vari clan di camorra, riuscendo a far passare il volume d’affari da 9 a 370 milioni di euro in tre anni. Anna Bettozzi, per l’accusa, avrebbe sfruttato non solo il riciclaggio di denaro della camorra, ma anche i classici sistemi di frode con 20 società “cartiere” per eludere con la Made Petrol le pretese erariali. La rilevanza del business dei Moccia provoca anche reazioni violente da parte di altri clan della camorra. Alberto Coppola, per esempio, subisce due attentati prima che Antonio Moccia riesca ad imporre una pax mafiosa.

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