Ven. Mar 29th, 2024

L’ex senatore Meduri in intervista ad atti processo “Gotha”

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Sarebbe stato l’ex europarlamentare di An e presidente della Provincia di Reggio Calabria Umberto Pirilli il soggetto che, nel 1979, avrebbe chiesto all’avvocato Paolo Romeo di ospitare in riva allo Stretto il terrorista nero Franco Freda il quale trascorse un periodo in città dandosi alla latitanza mentre era in corso il processo a Catanzaro per la strage di Piazza Fontana. Lo ha rivelato l’ex senatore Renato Meduri in un’intervista video fatta nel 2015 e mai pubblicata. Un’ora di intervista inedita che, però, ieri mattina è diventata pubblica perché depositata dai legali dell’avvocato Paolo Romeo durante il processo “Gotha”. In sostanza, l’ex senatore Meduri conferma, in anticipo, quello che lo stesso Romeo ha detto nelle scorse udienze quando ha reso dichiarazioni spontanee davanti al Tribunale e ha ammesso per la prima volta di aver aiutato 42 anni fa Franco Freda, nascondendolo a Reggio Calabria prima della sua fuga in Costarica dove poi il terrorista nero è stato arrestato. “Freda è arrivato a Reggio segretamente, ma senza servizi. – ha affermato Meduri – lui è arrivato a Reggio accompagnato. Era un imputato libero vigilato. Non era un latitante. Lui aveva deciso di andar via perché temeva che quei giudici fossero indottrinati dal regime e dovessero emettere per forza un certo tipo di condanna. Temeva quindi per la propria libertà e aveva deciso di andare via. Noi, eravamo convinti della sua assoluta estraneità alla strage di Piazza Fontana e abbiamo deciso di dargli una mano”. Stando al suo racconto, a chiedere a Romeo e Meduri di ospitare Freda a Reggio Calabria sono stati “due vecchi camerati che avevano un legame di vicinanza” con il terrorista nero.

“Per noi era Franco Freda che non conoscevamo ma del quale seguivamo le vicende. – ha aggiunto Meduri sempre nell’intervista – Altri camerati lo conoscevano e chiesero a Paolo Romeo e a me di dargli asilo per una ventina di giorni, giusto il tempo perché lui potesse partire, aiutato da questi camerati che ce l’avevano chiesto e da camerati di Venezia e di Padova. E così fu che una sera io e Paolo Romeo andammo a prendere Freda a Gioia Tauro con due macchine, in modo da poter perlustrare la strada, per muoverci con una certa sicurezza. Andammo a prendere Franco Freda e lo portammo a Gallico in una casa al mare. Noi lo conoscemmo personalmente quella sera. Ma noi lo portammo a Reggio, non i servizi. A Gioia Tauro dove ce l’hanno consegnato, dove ce l’hanno affidato in cura, erano quattro militanti del partito di Catanzaro. Per la storia, smentiamo in modo categorico che Freda con i servizi segreti, a Reggio almeno, non c’entrava nulla. Venne accompagnato da quattro ragazzi militanti di Catanzaro e fu rilevato a Gioia Tauro da me e da Paolo Romeo”. Secondo l’ex senatore, quindi, la richiesta di aiuto per Freda partì da quelli che Meduri definisce “due vecchi camerati”. Romeo in aula nelle scorse settimane non ha fatto i nomi, ma l’ex senatore uno di questi lo ha indicato nell’intervista video: “Il più importante – ha detto ancora l’ex parlamentare – era Umberto Pirilli perché Umberto Pirilli lo conosceva in forza di un rapporto incrociato per via di una tipografia villese di cui era cliente lo scrittore Franco Freda ed era amministratore Umberto Pirilli”.

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