Sab. Apr 20th, 2024

In Italia l’indice Rt scende a 0.86 e si abbassa ancora l’incidenza a 103 casi. Nessuna regione è classificata a rischio alto

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Continuano lentamente a migliorare i dati epidemiologici della Calabria ma non ancora da far abbassare completamente la soglia del rischio, che rimane moderato ma non ci sono rischi di progressione a livello alto. Torna a salire anche l’indice RT che questa settimana è di 0.94 (range 0.86 -1.03) rispetto al valore di 0.75 della scorsa settimana, mentre la soglia critica dei posti occupati in area medica è ancora oltre il limite ma di appena un punto (41%) mentre è abbondantemente sotto la soglia critica nelle terapie intensive. Tutto questo porta la nostra regione ad avere comunque una trasmissibilità compatibile con uno scenario di tipo 1 come tutte le altre regioni. E’ quanto emerge dai dati della bozza di Monitoraggio settimanale ora all’esame della cabina di regia. Quattro Regioni e province autonome hanno una classificazione di rischio moderato e sono appunto la Calabria,  la Lombardia, la Toscana e l’Umbria (nessuna ad alta probabilità di progressione a rischio alto nelle prossime settimane) mentre tutte le altre Regioni e Province hanno una classificazione a rischio basso.

Tutta l’Italia in giallo tranne la Valle D’Aosta

Tutta l’Italia, ad eccezione della Valle D’Aosta sarà in zona gialla da lunedì quando saranno modificati i parametri per le fasce di colore e vincolati soltanto all’indice di contagio. Sarà stabilito anche un numero minimo di tamponi da effettuare, che sarà proporzionale ai quattro livelli di incidenza: in zona rossa, che scatterebbe con oltre 250 casi Covid su 100mila abitanti, andrebbe effettuato un minimo di 500 tamponi. In arancione, tra i 150 e i 249 casi, il minimo è 250 test. In gialla, tra i 50 e 149 casi, se ne effettuano almeno 150. In bianca, fino a 49 a casi, almeno 100. Ma il passaggio in zona rossa avverrebbe anche se il livello di occupazione di area medica ospedaliera e area intensiva arrivasse rispettivamente al 40% e al 30% (oppure, altra ipotesi, 30% e 20%), dunque con il calcolo del cosiddetto ‘Rt ospedaliero’.

RT in Italia a 0.86, scende ancora l’incidenza

Solo due Regioni (Molise 1.08 e Umbria1.03 ) hanno un Rt puntuale maggiore di uno, ma con il limite inferiore sotto l’uno. Nel periodo 21 aprile-4 maggio 2021 – spiegano gli esperti di ISS e ministero – l‘Rt medio calcolato sui casi sintomatici in Italia è stato pari a 0,86 (range 0,74-0,94), in diminuzione rispetto allo 0,89 della scorsa settimana e sotto l’1 anche nel limite superiore. Ancora in calo anche l’incidenza settimanale nazionale (7-13 maggio) a quota 103 casi per 100mila abitanti rispetto ai 123 casi della settimana precedente. Ecco gli indici RT di tutte le regioni: Abruzzo 0,95, Basilicata 0,97, Calabria 0,94, Campania 0,82, Emilia Romagna 0,93, Friuli Venezia Giulia 0,72, Lazio 0,88, Liguria 0,85, Lombardia 0,86, Marche 0,95, Molise 1,08, Piemonte 0,93, P.A. 0,8, P.A. Trento 0,92, Puglia 0,92, Sardegna 0,7, Sicilia 0,83, Toscana 0,89,Umbria 1,03, Valle d’Aosta 0,98, Veneto 0,88.

Calabria sopra la soglia in area medica

Scende il numero di Regioni e Province autonome che hanno un tasso di occupazione in terapia intensiva e/o aree mediche sopra la soglia critica: si tratta di 3 Regioni (Lombardia e Toscana sono sopra la soglia limite del 30% per le intensive mentre la Calabria è sopra la soglia limite del 40% per i reparti di area medica) contro le 5 della settimana precedente. Il tasso nazionale di occupazione in intensiva è sotto la soglia critica (23%), con una diminuzione di persone ricoverate che passa da 2.423 (04/05/2021) a 2.056 (11/05/2021). Anche il tasso di occupazione nei reparti ospedalieri di aree mediche a livello nazionale scende ulteriormente: è pari al 24% rispetto la soglia di criticità stabilita al 40%. Il numero di persone ricoverate in queste aree passa da 18.176 (04/05/2021) a 14.937 (11/05/2021).

Migliora il tracciamento

Si osserva una ulteriore diminuzione nel numero di nuovi casi non associati a catene di trasmissione (19.619 vs 24.397 la settimana precedente). La percentuale dei casi rilevati attraverso l’attività di tracciamento dei contatti è in aumento (40,3% vs 38,6% la scorsa settimana). Stabile la percentuale dei casi rilevati attraverso la comparsa dei sintomi (38%,0 vs 38,3%). Infine, il 21,7% è stato diagnosticato attraverso attività di screening”.

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