Gio. Apr 18th, 2024

‘Disdicevole pensare che vadano ad amici o ad affiliati ‘ndrine’

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“Ci sono tante indagini in corso delle Dda di Reggio Calabria e Catanzaro e mi auguro che si faccia luce su qualche altro episodio perché è assolutamente disdicevole pensare che si possa fare il vaccino perché si è amico o perché è affiliato ad una ‘ndrina di ‘ndrangheta è veramente odioso e non lo tollero assolutamente. Per quanto riguarda poi la presenza della massoneria deviata è un fatto anche questo storicamente accertato”. A dirlo il commissario alla sanità della Calabria Guido Longo rispondendo alle domande della Commissione parlamentare antimafia – alcune delle quali sono state segretate, così come parte delle risposte di Longo – sull’eventualità che la ‘ndrangheta possa in qualche modo essersi infiltrata nella campagna vaccinale anti Covid favorendo la somministrazione di dosi ad “amici”. “Dobbiamo dare atto – ha aggiunto Longo – che tanti medici e personale sanitario e di supporto si è sacrificato. Sarebbe ingiustificata un’accusa a tutto l’apparato. Ovviamente l’apparato è fatto da soggetti e in Calabria abbiamo soggetti, come la storia ci ha dimostrato, un po’ particolari che appartengono alla sanità, anche a fette di politica, alle istituzioni e purtroppo la loro presenza determina senz’altro situazioni che definire incomprensibili è generoso. I controlli adesso sono effettuati dalla protezione civile, ci siamo surrogati, e dall’Esercito e il mio augurio è che questi episodi non si verifichino più. Per gli episodi che si sono verificati sono state interessate le procure che stabiliranno chi sono i soggetti vaccinati, perché e quali vaccini sono stati somministrati”. “Purtroppo – ha detto Longo – la Calabria è piena di logge massoniche e ancor di più sono quelle deviate, quelle i cui elenchi sfuggono alla conoscenza dei più. Negli anni ’90 i pentiti hanno parlato della ‘santa’ il livello massimo della ‘ndrangheta che era un concentrato di ‘ndrangheta, istituzioni e attività pubbliche varie per costituire veri e propri centri di potere ed erano affiliati i cui nomi era difficile rintracciare. Erano le strutture massime di ‘ndrangheta segretissime. Quindi non stiamo scoprendo niente oggi. Sappiamo bene che alcuni medici hanno parentele ingombranti ma abbiamo anche professionisti seri e preparati e delle ottime specialità che però vengono offuscate da altri che fanno ben altro lavoro e non certo per conto della popolazione calabrese”.

Sanità: Longo, in Calabria accreditamenti autocertificati

‘Settore a dipartimento era chiuso. Questo genera contenziosi’

“Quando mi sono insediato al dipartimento Salute il settore accreditamenti e autorizzazioni, che è il settore più delicato del dipartimento della sanità, oltre alla gestione accentrata dei bilanci, era stato chiuso per anni. Le certificazioni avvenivano con autocertificazioni”. Così il commissario alla sanità in Calabria Guido Longo audito in commissione antimafia. “Abbiamo cominciato ad avviare questo percorso con l’allora dg – ha aggiunto – ma ha sei mesi di vita, dovete aspettare perché dobbiamo rimodulare tutto il meccanismo amministrativo. Il nostro sistema, in Italia, è misto però non si può abbandonare il pubblico favorendo solo una parte e viceversa, per carità. Bisogna riuscire, compatibilmente con l’esigenza di prestazioni sanitarie e di specialistica, a cercare di mantenere un giusto equilibrio sempre a favore del cittadino. E questa è una cosa che stiamo mettendo a punto col nuovo programma operativo che stiamo redigendo ’22-’24. Ovviamente quanto dico non piacerà a qualcuno ma la legge è legge e va applicata. Anche a tutela dei pazienti perché quando rilasciamo autorizzazioni farlocche danneggiamo il paziente. Ma questo non piace a chi era abituato ad altre cose. Il difetto nell’autorizzazione all’accreditamento genera poi il contenzioso e con questo si verificano i buchi nelle aziende di Reggio e Cosenza. Abbiamo iniziato ad accentare il contenzioso di tutte le Asp quindi lo controlleremo dal centro e avremo la possibilità di valutare in tempo reale quello che si prospetta dal punto di vista economico finanziario per un’azienda. Ma abbiamo bisogno di tempo, dobbiamo ripercorrere sette, otto anni a ritroso. Adesso stimao finendo il 2020. Anche questo non piacerà a qualcuno. Si inizia con il ritardo nei pagamenti e si passa al contenzioso, alla non gestione del contenzioso per cui aumentano gli interessi e poi si passa alle società milanesi che acquistano i crediti ed alle società estere quotate in borsa. Ho parlato con i procuratori distrettuali di Reggio Calabria e Catanzaro dicendo loro che sarebbe il caso di fare un’indagine sistemica perché mi sembra un sistema ben collaudato che riguarda, attenzione in misura diversa, tutte le aziende e non soltanto calabresi. Questo sarà inserito nel programma operativo: riorganizzazione del dipartimento, gestione dei bilanci che vanno controllati. Quando si rifondano i fondi nelle varie aziende bisogna farlo sulla base del fabbisogno reale perché altrimenti si falsano i bilanci. Un po’ quello che è successo a Cosenza. Questo stiamo facendo, io, i sub commissari e personale Agenas”.

Sanità:Longo, arrestati e scarcerati tornano a lavoro in Asp

‘L’unica cosa che possiamo fare è cambiargli di mansione’

“Tante gente arrestata” in inchieste per reati riguardanti l’attività di aziende sanitarie calabresi, “e poi scarcerata è tornata al posto di lavoro, purtroppo. Io ho pregato i responsabili delle aziende di collocarli quantomeno in posti dove non è possibile assolutamente avere alcuna leva di comando, alludo all’amministrativo contabile soprattutto”. A dirlo, rispondendo alle domande dei parlamentari, è stato il commissario alla Sanità in Calabria Guido Longo nella sua audizione in commissione Antimafia. “Quando si viene scarcerati – ha aggiunto – ed il processo pende, per la normativa esistente, purtroppo, non si possono prendere provvedimenti ahimè. Nello Stato si prendono provvedimenti perché c’è la sospensione facoltativa e quella obbligatoria in caso di rinvio a giudizio ma nelle aziende no e quindi l’unica possibilità che abbiamo è di collocarli in una posizione del tutto marginale e secondaria. È successo stamattina che un arrestato a Reggio Calabria è stato scarcerato ed è ritornato in azienda, ma è stato messo in una posizione defilata. Quanto meno non si occuperà di quello di cui si occupava prima”.

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