Ven. Apr 19th, 2024

A cura di Roberto Sottile.

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Direttore scientifico Massimiliano Ferragina.

Performer Monica Argentino

Roma, piazza santa Croce in Gerusalemme, domenica 6 giugno.

Due artisti, Massimiliano Ferragina e Monica Argentino. Un critico d’arte e curatore, Roberto Sottile. Tre amici. Tre calabresi “doc” impegnati da anni nella diffusione e promozione di progetti artistici che portano in alto il nome della loro terra di origine. Domenica scorsa, 6 giugno, si sono ritrovati a Roma in piazza Santa Croce in Gerusalemme per denunciare, attraverso una struggente performance dell’artista Monica Argentino, la violenza, in ogni sua forma, che la nostra società è costretta a subire. La performance rientra nel progetto Kardietà, un progetto ideato da Ferragina che ha già portato in piazza (piazza del Popolo Chiesa degli Artisti) due anni fa, quando, lo stesso artista, ha indossato una guaina di cellophane insanguinata per solidarizzare con tutte quelle genti che vivono sulla loro pelle la guerra, la violenza. “KARDIETÀ è una parola che nel dizionario non esiste. Da me ideata, è la fusione delle parola Kardio e Charitas. L’invito è quello di agire sempre nell’amore e col cuore rosso vivo”. Con queste parole Ferragina spiega di cosa si tratta. Monica Argentino, artista già conosciuta per la sua ricerca sulla bodyart,  ha reinterpretato la performance ed in piazza si è annullata nel suo corpo, tingendosi di nero, per simboleggiare come la violenza, tutta e gratuita, a volte confusa come atteggiamento vincente, ci conduce all’annullamento reciproco. Roberto Sottile, già direttore del Museo del Presente di Rende, è curatore di Kardietà, ha sposato il progetto fin dalla nascita e tra i testi che ha scritto in questi anni per Kardietà, ci piace riproporre un passaggio significativo: “L’artista diventa strumento per scardinare queste barriere che hanno assopito i sentimenti e il sentimento di condivisione, di una “caritas” umana che fa fatica ad emergere, ad esprimersi perché soffocata dal tempo di alterati e irreali sentimenti. La piazza dove questa azione si svolge è un luogo reale ma nello stesso tempo ideale; uno spazio accogliente ma spesso anche indifferente. Vuoto e nello stesso tempo pieno. Tutto ciò dipende da che punto di vista osserviamo e dalle azioni del nostro agire. Non bisogna temere. Bisogna scegliere se osservare o semplicemente guardare. Condividere gesto e azioni, partecipare o restare spettatori”. Parole di Sottile che mai come oggi risuonano attuali e profetiche. Progetti di questo tipo, così contemporanei e socialmente importanti, sono il segno evidente che esiste una Calabria giovane, fatta da giovani calabresi sensibili e attivi, in continua ricerca, di nuovi linguaggi espressivi per trasmettere valori e promuovere atteggiamenti di civiltà e crescita umana.

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