Ven. Mar 29th, 2024

Noi non condividiamo le loro risposte perché non crediamo per nulla che una maggiore concentrazione di risorse al Centro-Nord possa avere ripercussioni positive anche al Mezzogiorno

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Il 15 luglio la Commissione Petizioni dell’Unione Europea ha ascoltato gli eurodeputati Rosa D’Amato, Piernicola Pedicini e Ignazio Corrao, ed il sindaco di Acquaviva delle Fonti, Davide Carlucci, in qualità di autori di petizioni, lettere e interrogazioni all’Unione Europea. 

Le conclusioni dei componenti della Commissione Petizioni sono state quelle di tenere aperta la petizione presentata da Carlucci in rappresentanza di sindaci, associazioni e movimenti, in contrasto con la posizione della Commissione Europea che ha difeso la sua approvazione del PNRR presentato dall’Italia. Con le stesse motivazioni, consistenti nel fatto che il Recovery Fund non prevede una ripartizione dei fondi a livello regionale, l’Unione Europea ha risposto per iscritto alla lettera inviata lo scorso 4 giugno alla Commissaria Elisa Ferreira e al Direttore Generale Marc Lemaitre da Rosella Cerra e Roberto Longo, e sottoscritta anche da Carlo Tansi. La risposta in particolare è arrivata dalla Commissione economica ECFIN, a firma del capounità per l’Italia e Malta Paul Kutos. La lettera contiene le stesse risposte date all’audizione della mattinata, citando il famoso 40% che è previsto per il Sud Italia, ma che recentissimi studi di economisti di fama hanno messo in dubbio, in quanto la percentuale scenderebbe fino al 10% circa. 

Noi non condividiamo le loro risposte perché non crediamo per nulla che una maggiore concentrazione di risorse al Centro-Nord possa avere ripercussioni positive anche al Mezzogiorno, perché non ha mai funzionato così. Lo abbiamo dimostrato allegando alla lettera studi e considerazioni. Si avrà solo un aumento delle disuguaglianze e dell’indebitamento.

Il lato positivo è che si è creato un dialogo con la Commissione ed il Parlamento Europeo, dialogo invece difficile con il Governo italiano. 

Pertanto non intendiamo abbassare la guardia e continueremo ad assumere tutte quelle iniziative che, a partire dalla ormai famosa petizione n. 748/2015 da noi presentata di persona a Bruxelles, nella quale chiedevamo ed abbiamo ottenuto l’applicazione della clausola del 34% dei fondi dello Stato, stanno cambiando, dal basso, la storia delle regioni meridionali.

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