Sono stati tre gli interrogatori cui si è sottoposto Klaus Davi negli ultimi due giorni . Due resi presso la Caserma delle Forze Ardeatine a Milano e uno presso il commissariato San Sepolcro, sempre Milano dove risiede .
Davi non ha rilasciato dichiarazioni in merito anche se, a quanto si apprende, le deposizioni potrebbero riguardare alcuni articoli relativi conflitti della cosca Tegano di Archi, al ruolo di Giorgino De Stefano a Milano e alla cosca Labate del Gebbione dato che il giornalista è stato querelato dai rispettivi interessati o da soggetti menzionati nelle inchieste.
Nel primo caso Davi aveva parlato a gennaio di un conflitto fra alcuni esponenti della cosca Tegano a seguito di una ‘concorrenza’ nel settore delle agenzie funebri. Uno stillicidio di post che ricostruiva gli attriti fra Franco Benestare e altri esponenti del Clan coinvolgendo -scriveva Davi – i Suraci, i Colica ( proprio due settimane fa un membro di quest’ultima famiglia e’ stato oggetti di un atto di vandalismo) e altri gruppi. Davi menzionava esplicitamente proprio quel Benestare che mesi dopo verrà investito da un furgone in circostanze ‘sospette’ . Un episodio che non ha certo colto di sorpresa Davi che già a gennaio titolava di presunti ‘scontri nel clan Tegano’. Nella seconda inchiesta , Davi ha parlato diffusamente delle attività milanesi di Giorgino De Stefano. Davi ha pubblicato una mappa delle sue relazioni milanesi, identificato alcuni componenti del suo gruppo, focalizzato i rapporti con alcuni soggetti legati a Cosa Nostra. Nel caso dei Labate, Davi ha raccolto le testimonianze di Tonino Filocamo già nel febbraio 2020 in pieno lockdown. Filocamo (allora membro a tutti gli effetti della cosca Serraino e pentitosi solo nell’estate successiva ) gli parlò diffusamente di Gino Molinetti, dell’omicidio Gulli e di altri episodi di Ndrangheta. Nulla però si è saputo del contenuto delle dichiarazioni di Davi. Ad assistere il giornalista , l’avv Eugenio Minniti (Foro di Locri).
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