Gio. Mar 28th, 2024

“Dobbiamo crederci tutti che questa terra possa invertire la rotta e comportarci di conseguenza. Abbandonare il senso di fallimento, la sfiducia (sono tutti uguali, qui non cambia mai niente), i comportamenti di disinteresse, sostituire l’io al noi. Andare a votare, non è solo un diritto ma un dovere di tutti”. Così la candidata alla presidenza della Regione Calabria di centrosinistra e M5S Amalia Bruni in una lettera alla scrittrice Giusy Staropoli che su Calabria live aveva lanciato un appello ai candidati a “non portate nomi con voi nelle vostre liste, ma programmi, idee, progetti”. “Dopo tanti anni – scrive Bruni – e dopo aver costruito conoscenze e competenze che altre regioni hanno preso immediatamente facendone tesoro, mi rendo conto che nulla (o molto poco) è servito per aiutare un processo di cambiamento di cui la Calabria ha bisogno come l’ossigeno perché sta morendo, nonostante le cose buone che esistono ma sono piccole, o meno piccole. E’ per questo che ho accettato questa sfida ‘titanica’. Io che non ho fatto mai politica nei partiti, che ho sempre combattuto come don Chisciotte contro i mulini a vento e contro la nebbia delle Istituzioni. Un dovere morale, il senso di una donazione totale, un Servizio a questa terra con la speranza di ‘innescare la speranza’. Di riaccendere il senso di orgoglio e di appartenenza, il desiderio di non sentire mai più i giovani e meno giovani che fuori ‘si vergognano’ di dire che sono calabresi. Il desiderio di far rialzare la testa e non subire più, di riprogettare un sistema tra e con persone sane di principi che vanno avanti a costruire rispetto ad un unico obiettivo, senza personalismi, che è quello di cambiare pagina anzi capitolo, anzi iniziamo un nuovo libro. Ce la metto tutta, anche di più, con l’apertura mentale che mi viene dal profondo amore della medicina che mi ha insegnato il rispetto per l’uomo; della scienza che mi ha insegnato guardare lontano. Solo la proiezione nel futuro ci consente di ri-costruire un presente, una collettività che impara a rispettare e a rispettarsi, che si responsabilizza e che abbandona il pensiero fisso che ‘è sempre colpa degli altri’. Una collettività che diventa ‘politica’ e innesca tutti i processi per trattenere i figli o per farli tornare perché riesce a ri-progettare il lavoro, il diritto (ora negato) alla salute, a una qualità di vita che da troppo è sotto terra”. “Ho il sogno – conclude Amalia Bruni – di costruire una regione normale che proprio perché Calabria sarà speciale, perché ce l’ha nel Dna questa nostra terra (lo dico con consapevolezza scientifica). Tuttavia c’è un ma, che è quello della responsabilità a cui ognuno di noi è chiamato. La responsabilità collettiva è la sommatoria della responsabilità dei singoli. La mia saggia mamma mi diceva che ‘ognuno di noi è artefice del proprio destino'”.

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