Ven. Apr 19th, 2024

Grande partecipazione di fedeli, nel pieno rispetto delle norme anticovid, giovedì 5 agosto, presso il santuario diocesano Nostra Signora dello Scoglio, in Santa Domenica di Placanica, dove ha avuto luogo la festa in onore di Sant’Emidio, vescovo e martire. La giornata speciale è stata preceduta dal triduo, composto dal fondatore del santuario, Fratel Cosimo, da lunedì 2 agosto al mercoledì 4. Lui, con la propria profonda devozione a sant’Emidio, santo protettore contro i terremoti, le pestilenze, le epidemie, le carestie, ha ormai contagiato migliaia di persone, in Italia e all’estero. Fratel Cosimo, il cinque agosto, prima della santa Messa, ha effettuato una evangelizzazione, che riportiamo, integralmente, qui di seguito. Infatti, dopo aver elevato un’ave Maria alla Madonna, il mistico, al quale è apparsa la Madonna, per la prima volta l’undici maggio del 1968, ha detto:“Cari fratelli e sorelle, a tutti voi sia pace, misericordia e grazia nel nome del Signore Nostro Gesù Cristo. Recita così una strofa di un antico inno in onore di Sant’Emidio Vescovo e Martire scritto dal Carmelitano Padre Tarcisio Maria Giuliani: “Al tuo venir tremarono gl’idoli sugli altari e in Ascoli rifulsero i segni tuoi preclari”. In forza della fede posso dire con gioia e orgoglio, in qualità di semplice e umile devoto di Sant’Emidio: “Quale nostro sommo vanto abbiamo noi di avere come protettore Sant’Emidio Vescovo e martire”. Oggi è il giorno della sua festa, un giorno particolare in cui ricordiamo il suo glorioso martirio avvenuto ormai tanti secoli fa nella città di Ascoli Piceno, proprio il 5 di Agosto dell’anno 303 sotto la furiosa persecuzione di Diocleziano. Per chi ancora non lo sa, la festa del 5 Agosto in onore di Sant’Emidio è antichissima e quindi la devozione nei suoi confronti è diffusa in Italia e anche all’estero. Molto probabilmente risale ai primi secoli dopo il martirio del Santo. Nella mia limitata conoscenza so per certo che nell’archivio del così detto Capitolo ascolano, sono conservate delle pergamene in cui si parla di doni spirituali e anche materiali che pontefici, imperatori e vescovi fecero alla Cattedrale di Sant’Emidio, quale segno di devozione al Santo Patrono e Protettore contro il terremoto. Oggi il mio cuore gioisce nel mettervi a conoscenza che un tempo, sulla tomba di Sant’Emidio, accorrevano moltissimi pellegrini e anche personaggi di alto ceto, come Carlo Magno, il quale andò ad Ascoli proprio per soddisfare la sua pietà e devozione verso Sant’Emidio. Fratelli e sorelle, venuti per onorare il glorioso santo martire, sono già trascorsi ben quattro anni, da quando per mia espressa volontà, ho voluto che in questo Santuario mariano si venerasse la meravigliosa statua del Santo Martire, per mezzo della quale noi tutti possiamo esprimere la nostra venerazione e devozione al nostro caro protettore Sant’Emidio. Oggi, questa giornata in cui facciamo memoria del martirio del nostro Santo patrono, vogliamo viverla respirandone la sua atmosfera così singolare e particolare. Atmosfera direi, che con la celebrazione della Santa Messa che seguirà in onore del Santo martire Emidio, abbiamo un motivo, una possibilità, un’occasione in più per viverla, orgogliosi del nostro caro patrono e protettore Sant’Emidio. Penso che da quel minimo che avete potuto apprendere dalle mie evangelizzazioni, intorno alla eccelsa figura del Santo Martire Emidio, in un certo qual modo avete incominciato a conoscerlo meglio, questo grande apostolo della fede e fervente evangelizzatore dei popoli, in particolare dei pagani e degli idolatri. Da quando all’età di 23 anni si convertì alla fede cristiana, per divina ispirazione lasciò Treviri, la sua patria nativa, e insieme a tre suoi amici percorse quasi mezza Italia seminando un po’ ovunque il messaggio del Vangelo di Gesù Cristo, spesso accompagnato da segni, miracoli e prodigi. Trascorso ormai il tempo del suo intenso e fruttuoso lavoro di evangelizzazione nella città di Ascoli e dintorni, dopo aver convertito e battezzato un gran numero di pagani, il giovane pastore fu condannato a morte dal Prefetto Polimio con la recisione della sua testa. Emidio, lo sapete già perché l’ho detto altre volte e oggi lo voglio ripetere, nel momento in cui gli venne troncato il capo, lo raccolse da terra e s’incamminò fino a raggiungere l’oratorio delle grotte, dove spesso si radunava in preghiera con i fedeli. Proprio lì, in quel posto a lui così tanto caro, pose con le sue proprie mani la sua testa recisa e si adagiò nel riposo sempiterno. Lì il suo corpo fu subito seppellito in un rude e aspro sepolcro scavato nel cuore della roccia. Dopo diversi secoli, il popolo ascolano pensò di traslare il suo corpo e portarlo nella Cattedrale di Ascoli. Sta di fatto che nella grotta furono seppelliti anche i corpi dei tre compagni di Sant’Emidio, Euplo, Germano e Valentino, e quindi non sapendo quale fosse il sepolcro del Santo Martire, ecco che apparve un segno miracoloso: su una di quelle tombe è cresciuta una rigogliosa e verdeggiante pianta di basilico, la quale inondò tutta la grotta di un intenso profumo. E fu proprio quella pianticella di basilico ad indicare la tomba, il punto preciso dove giaceva il corpo di Sant’Emidio, richiamando alla mente quello che la gente diceva e che si tramandava di generazione in generazione, e cioè che, al momento della sepoltura, il corpo del santo fu coperto da tante foglie di basilico. Scavarono e vi trovarono il corpo di Sant’Emidio ancora coperto dalle foglie di basilico e questo dopo 11 secoli. Così fu esumato e portato solennemente in processione nella Cattedrale, dove oggi è particolarmente venerato come protettore contro il flagello del terremoto. Gli ascolani, specie nei momenti di dolorose circostanze, sempre sono ricorsi a Sant’Emidio, come figli al proprio padre. E Sant’Emidio quale padre che si prende cura dei suoi figli non li ha mai dimenticati. Infatti li ha continuamente soccorsi nei numerosi flagelli del terremoto, nelle guerre, nelle pestilenze e altre epidemie, come pure nelle siccità e nella fame. Sappiate una cosa, miei cari fratelli e sorelle che, Sant’Emidio già in vita aveva ricevuto da Dio il potere di disporre, a sua volontà, del terremoto che, quando entrava in qualche città, come per esempio a Pitino in Abruzzo, o in Ascoli, il terremoto si scatenava all’improvviso e faceva crollare i templi e le statue degli dei pagani ma non le case, e anche oggi queste, cioè le case, il santo le prende in sua tutela. Così scriveva in una lettera pastorale il vescovo Ambrogio Squintani, vescovo di Ascoli nel 1954. Anche gli storici, tra i quali un certo Tullio Lazzari, testimoniano come in Ascoli e diocesi nonostante sia una zona a grave rischio, non si è mai dovuto piangere per gravi conseguenze del terremoto. Si parla infatti, di movimenti tellurici disastrosi, quali quelli degli anni 1298, 1672, 1703. Riporto fedelmente la narrazione dei fatti: “Era tale lo smodato ondeggiamento delle pareti, dei pilastri, delle colonne, delle case e delle chiese, sicché si osservavano le torri delle stesse chiese agitarsi in così orribili piegamenti che si aspettava indubbiamente la rovina. Ascoli ne uscì sempre fuori, solo con danni riparabili”. E a proposito di danni, quindici anni fa mi recai ad Ascoli per pregare sulla tomba di Sant’Emidio. Un giorno entrai in un’edicola per comprare qualcosa e chiesi al proprietario: Qui lo sentite spesso il terremoto, vero? Lui mi rispose: Si, lo sentiamo spesso e forte, ma noi abbiamo Sant’Emidio che ci salva ogni volta. E continuò a dirmi che i danni del terremoto sono solo la caduta di qualche tegola, di qualche vecchio cornicione e calcinacci. Ora vi dico come si esprimono gli ascolani verso il loro protettore ogni qualvolta la terra trema. Fate attenzione, lo pronuncio nel loro dialetto: “Sante Emiddie nuostre facce na grazia!”. Avete capito bene? “Sant’Emidio nostro facci la grazia!”. Fratelli e sorelle, non dimentichiamoci che Sant’Emidio dal cielo anche oggi continua a proteggere i suoi devoti che credono in lui, lo amano e lo pregano di cuore. E non solo Sant’Emidio è un fortissimo difensore dai terremoti e da tutte le calamità naturali, ma lo è anche dalle pestilenze e dalle epidemie, dalle guerre e dalle carestie. Perciò cerchiamo di divenire se ancora non lo siamo, dei veri suoi devoti nel vero senso della parola, e senza dubbio alcuno. Sant’Emidio ci preserverà pertanto dal tremore della terra e da ogni altra calamità, e ci guarderà anche dai mali e dai pericoli di cui è pieno il nostro cammino terreno. E prima di concludere questa mia predicazione in ossequio al nostro Santo Martire Emidio, nel dare uno sguardo al mondo odierno e vederlo sprofondare sempre più nel baratro, vogliamo chiedere insieme a Sant’Emidio di porre rimedio a tanto disordine che c’è oggi nel mondo: “Fa, o nostro caro Sant’Emidio che, mentre ci mostriamo ammiratori delle tue belle azioni, diveniamo fedeli imitatori delle tue virtù, e come applaudiamo a te milite intrepido dinnanzi a tutti coloro che si sollevarono contro Gesù Cristo e contro te stesso, così siamo pronti a combattere anche noi contro il mondo incredulo che anche oggi contro il Signore si solleva e resiste.  Per quel tuo eroico coraggio o Sant’Emidio caro che in tutte le battaglie contro l’inferno sapesti ispirare ai tuoi seguaci, impetra anche a noi un vero spirito di cristiana fortezza nelle traversie e nelle persecuzioni della vita. Quanto sei ammirabile, o gran Santo Taumaturgo! Una cosa ancora ti chiediamo: Come hai atterrato i falsi idoli, così atterra quegli idoli che purtroppo nel cuore nostro regnano. Infrangili, inceneriscili, annientali, sicché altro Dio non adoriamo se non quel solo Dio che tu predicasti ai popoli, perché Egli solo è il Dio vero e l’unico obiettivo dei nostri cuori. O inclito Santo Martire Emidio, come hai avuto in terra la speciale predilezione di favorire il popolo ascolano e la speciale protezione che in cielo hai verso i tuoi devoti nelle calamità pubbliche, o di terremoti o di pestilenze, così favorisci anche noi, indegni tuoi devoti e accordaci benevolo la tua speciale protezione. O fortissimo difensore tu sei per noi il nostro potente protettore, il nostro padre amoroso. Caro Sant’Emidio dal Regno di gloria ove regni beato ricordati di noi e prega sempre per noi”. Concludendo, Fratel Cosimo, ha affermato: Dio vi benedica, vi custodisca e vi protegga per intercessione di Sant’Emidio Vescovo e Martire. Sia lodato Gesù Cristo!” Da evidenziare che prima dell’evangelizzazione sono stati ringraziati il progettista (ing. Schirripa), gli artisti (i fratelli Giuseppe e Vincenzo Franco) e le sarte (Maria Gerace e Antonietta Franco) che hanno realizzato, su indicazione di Fratel Cosimo, il bellissimo fercolo (vara) e la decorazione.   

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