di Raffaella Silvestro
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Sono 43 ordinanze di custodia cautelare in carcere e 14 i soggetti finiti ai
domiciliari nell’ambito dell’operazione “Crypto” condotta dalla
Guardia di finanza e che ha stroncato un traffico internazionale
di droga. Coordinata dal procuratore di Reggio Calabria Giovanni
Bombardieri e dagli aggiunti Giuseppe Lombardo e Gaetano Paci,
l’inchiesta nasce dall’operazione “Gerry” che, nel 2017,
consentì di sgominare una consorteria composta da elementi di
vertice delle cosche Molé-Piromalli di Gioia Tauro e
Pesce-Bellocco di Rosarno. Oltre che in Calabria, il blitz ha
impegnato circa 400 finanzieri in Sicilia, Piemonte, Puglia,
Campania, Lombardia e Valle d’Aosta.
Sono complessivamente 93 gli indagati tra cui esponenti di
spicco della ‘ndrina Cacciola-Certo-Pronestì che, secondo la
Procura, avevano messo in atto un’organizzazione transnazionale
capace di pianificare ingenti importazioni di cocaina dal nord
Europa e dalla Spagna e di piazzarla in buona parte delle
regioni italiane e anche all’estero. Gli indagati avevano a
disposizione una flotta di mezzi necessaria per far giungere a
destinazione la droga e potevano, inoltre, contare sull’utilizzo
di schede telefoniche tedesche e sulla possibilità di recuperare
e modificare ad hoc auto dotate di doppi fondi così da renderle
praticamente impermeabili ai controlli. La cocaina raggiungeva
diverse “piazze di spaccio”.
Tra i personaggi principali della rete c’era un cittadino
dominicano, Humberto Alexander Alcantara. Era lui che garantiva
ai calabresi i contatti diretti con i fornitori sudamericani.
Tra gli indagati Marco Paladino, legato alla cosca Gallace di
Guardavalle e stabilmente residente in Germania che aveva sia la
funzione di corriere che quella di procacciatore di partite di
cocaina provenienti dal nord Europa. In Germania pure Domenico
Tedesco con il compito, secondo gli inquirenti, di fornire
appoggio logistico ai referenti dell’organizzazione.
L’inchiesta, inoltre, ha dimostrato contatti con esponenti della
cosca Cappello di Catania per creazione di una rotta in grado di
fare giungere la cocaina a Malta. Ai domiciliari Ivan Meo che,
nel 2018, assieme a due soggetti, si è recato via mare a Malta e
ha riportato in Italia oltre 50mila euro provento di cessione di
droga. Durante l’indagine arrestati in flagranza 10 corrieri e
sequestrati circa 80 chili di cocaina.