“Nostre richieste giustificate e non campate in aria”
di Raffaella Silvestro
Nonostante qualcuno, in modo incomprensibile,
abbia sostenuto che la carenza di operatori
sanitari(infermieri ed Oss) non era così tragica smentendo, di
fatto, le nostre affermazioni, gli organi di governo della
sanità regionale hanno richiamato i vari manager e li hanno
invitati ad assumere personale in base al piano del fabbisogno
approvato tempo addietro. Tant’è che, nello stesso momento in
cui qualcuno smentiva, l’azienda aveva riaperto i termini per
una manifestazione di interesse per infermieri. Quindi le nostre
denunce non erano campate in aria ed erano giustificate”. Lo
afferma, in una nota, Fausto Sposato, presidente dell’Ordine
delle professioni infermieristiche della provincia di Cosenza.
“Tra l’altro ci chiediamo: se la dotazione organica è congrua e
gli operatori ed i cittadini protestano continuamente – prosegue
Sposato – perché non vengono date loro garanzie in termini di
sicurezza e prestazioni, significa allora che c’è un problema
organizzativo? E chi deve risolverlo se non i responsabili? E
come mai chi oggi sostiene che non mancano operatori qualche
giorno addietro sosteneva, pubblicamente, il contrario? Molto
probabilmente lo stress e l’enorme mole di lavoro fanno perdere
il contatto con la quotidianità e con i problemi dei cittadini e
degli operatori. A questo proposito sarebbe interessante sapere
se le aziende sono dotate di un portavoce o se chiunque può
parlare a nome e per conto del management divulgando notizie non
vere sullo stato dell’arte. Ma in questa Calabria tutto è
possibile, non per niente siamo il fanalino di coda. Ma torniamo
alle assunzioni. Ad oggi non esiste nessuna graduatoria a tempo
indeterminato per potere assumere infermieri e questo ci riporta
a quando abbiamo chiesto a qualche manager del passato (delle
cui ‘capacità’ paghiamo ancora il prezzo) di comporre una
graduatoria lunga tenendo tutti dentro (è bene ricordare che
all’epoca molti candidati non si presentarono e ci fu una
selezione naturale)”.
“Anche quell’appello – sottolinea Sposato – rimase inascoltato
ed oggi ci ritroviamo a dovere pubblicare manifestazioni di
interesse alle quali parteciperanno pochissimi ed accetteranno
ancora meno. Altre regioni espletano concorsi regionali e non
aziendali per un motivo molto semplice perché, altrimenti, si
rischia di trovare in graduatoria sempre le stesse persone,
invece con una graduatoria unica regionale questo problema
sarebbe superato. Chi deve farlo? La Regione ha l’onere,
evitando così la frammentazione e sgravando le aziende di
ulteriori criticità, uniformando i processi ed evitando che le
aziende vadano a velocità diverse. Altro punto dolente è la
carenza di dirigenti delle professioni sanitarie. Non è
pensabile che a governare i processi assistenziali/organizzativi
sia una sola figura visto che il comparto rappresenta più della
metà dei dipendenti delle aziende. E vogliamo pensare che dove
non riesce un commissario con pieni poteri possa riuscire un
solo dirigente? Riteniamo sia impossibile. Per questo bisogna
investire sulle professioni sanitarie e togliere dalle mani di
altre figure la progettazione e la gestione dei processi
organizzativo/assistenziali”.
Per Sposato “solo ragionando tutti insieme, ognuno per le
proprie competenze, potremo mettere sul tavolo un progetto di
sanità nuovo e diverso mettendo il cittadino al centro. Noi
abbiamo fatto e stiamo facendo la nostra parte, certi che, anche
questa volta, il tempo ci darà ragione dimostrandosi, come
sempre, galantuomo”.