di Raffaella Silvestro
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Il secondo punto che quel decreto deve contenere
– ha detto ancora il segretario generale
della Cgil – è quello di accelerare le assunzioni per gli
ispettorati del lavoro e per i servizi di medicina sul
territorio. Perché, naturalmente, questo è l’altro grande tema
che noi abbiamo: c’è bisogno di agire sulla prevenzione, e c’è
bisogno, naturalmente, di mettere nelle condizioni le nostre
strutture di poterlo fare. In questi anni, i tagli alla sanità
ed i tagli alla spesa sociale hanno prodotto una riduzione
drastica del numero di persone che dovrebbero operare
sostanzialmente in questi settori. Il terzo punto è la
formazione perché naturalmente c’è bisogno di fare formazione
sia agli imprenditori sia ai lavoratori per rispettare
sostanzialmente questa norma. Addirittura, noi abbiamo proposto
al Governo, proprio perché c’è un problema immediato di
intervento, un cambiamento di cultura da fare perché la materia
della salute e della sicurezza diventino anche materia di studio
e di formazione scolastica ad ogni livello per tutte le persone,
visto che dopo lo studio si va a lavorare”.
Per Landini “l’altro tema che dovrebbe far riflettere tutti è
questo: siamo in una fase, per fortuna, di ripresa,, grazie
anche a ciò che in questo anno e mezzo il mondo del lavoro ha
fatto. Se oggi si può sfruttare questa ripresa che c’è è grazie,
io credo, anche ai protocolli ed al contributo che i lavoratori
e le lavoratrici hanno dato in questo anno e mezzo per uscire
dalla pandemia. Però il lavoro che si deve creare non può essere
un lavoro precario come sta avvenendo adesso con tanti contratti
a termine di durata limitata. Quindi, c’è anche bisogno di
assumere a tempo indeterminato e di incentivare sostanzialmente
questa situazione. In questo senso al Governo abbiamo chiesto di
prorogare il blocco dei licenziamenti che scade il 31 ottobre,
per tutti i servizi del commercio, del turismo e del tessile
abbigliamento, proprio perché, naturalmente, questa ripresa che
è importante ma non sta riguardando tutti i settori nello stesso
c’è il rischio che da qui a fine anno non si possa aprire la
strada ad ulteriori tagli occupazionali”.