Gio. Apr 25th, 2024

Una folla composta si è riversata ieri nella sala consiliare e in chiesa Matrice per porgere l’ultimo saluto al comandante della Polizia municipale Alfredo Fragomeli, 46 anni, terza vittima, dopo oltre un mese di sofferenze in terapia intensiva al Gom, del violento incidente stradale del 29 agosto scorso a Riace in cui morirono i coniugi roccellesi Giusy Bruzzese, impiegata comunale, e Silvestro Romeo, brigadiere dell’Arma.

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Centinaia di persone da tutta la provincia hanno omaggiato e sostato in preghiera davanti alla salma dello sfortunato centauro nella camera ardente allestita in Municipio per volontà dell’amministrazione comunale, che ha proclamato il lutto cittadino. Ad alternarsi nel picchetto d’onore vigili urbani, amministratori, consiglieri comunali, dipendenti dell’ente e componenti di varie realtà associative. A scortare il feretro in chiesa delegazioni dei comandi di Polizia municipale da diversi Comuni della Metro City e da fuori provincia, che hanno poi seguito la funzione religiosa insieme a vertici della Prefettura, autorità civili e forze dell’ordine.

Tante le persone fuori dal gremito edificio di culto, sotto la pioggia, pur di rimanere vicini all’indimenticabile sottufficiale che con i suoi modi amabili nel servizio era sempre disponile con tutti, come è stato ricordato nei toccanti messaggi di cordoglio espressi durante le esequie officiate da padre Francesco Carlino e animate dagli scout Agesci di cui Alfredo ha fatto parte da ragazzo. A stringersi attorno ai familiari le associazioni cattoliche parrocchiali, il mondo della scuola e in particolare la comunità Masci (adulti scout), di cui il padre del tenente, Virgilio Franco, ricopre la carica di Magister. «Dal 29 agosto ad oggi quanti “perché” hanno attraversato la nostra mente e quasi sconcertato la nostra fede, ma in questa sofferenza il Vangelo ci ha mostrato la vicinanza di Dio. Siamo convinti che c’è un po’ di noi nel cielo con Giusy, Silvestro e Alfredo perché l’amore non muore mai ma si trasforma» ha rimarcato padre Carlino nell’omelia. «Ci lascia un collega, un amico, un uomo che ha saputo scegliere la strada giusta: quella del bene, della bontà, della gioia, dell’entusiasmo in tutto ciò che faceva. Alfredo non si tirava mai indietro» ha ricordato Ivana Ferraro, in rappresentanza dei dipendenti comunali.

«Era un esempio dell’esercizio della funzione pubblica come “farsi carico” degli altri, di chi è in difficoltà, degli ultimi. Bastava vederlo all’opera durante gli sbarchi per capire che quell’uomo, che si confondeva con i volontari e scaricava le casse d’acqua o portava i medicinali, non era il ten. Fragomeli, pubblico ufficiale, ma Alfredo, uomo buono e umile che aveva scelto di fare il comandante della Polizia municipale con lo stesso spirito e lo stesso sguardo che aveva quella mattina di qualche decennio fa, quando per la prima volta indossò il fazzolettone della promessa scout» ha concluso il sindaco Vittorio Zito.

FONTE GAZZETTA DEL SUD

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