Ven. Mar 29th, 2024

A finire in manette, questa volta, è stato Salvatore Procopio, 47 anni, accusato di associazione a delinquere di stampo mafioso e detenzione illegale di armi

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di Raffaella Silvestro

        

La Polizia di Stato di Reggio Emilia ha arrestato il 47enne Salvatore Procopio,

ritenuto dagli inquirenti un appartenente alla ‘Ndrangheta

emiliana. L’uomo è accusato di associazione a delinquere di

stampo mafioso e di detenzione illegale di armi da sparo. La

misura di custodia cautelare in carcere è stata eseguita dalla

squadra mobile della questura reggiana, ordinata dal gip del

tribunale di Bologna, Alberto Ziroldi su richiesta del

procuratore capo della Dda, Giuseppe Amato e dalla pm Beatrice

Ronchi nell’ambito dell’operazione ‘Perseverance’.

L’inchiesta aveva già portato in manette diversi esponenti di

spicco del sodalizio tra cui Giuseppe Sarcone Grande, Salvatore

Muto (classe ’85, fratello di Luigi e di Antonio già condannati

in Appello anche nel maxi processo Aemilia), Domenico Cordua e

Giuseppe Friyio per associazione mafiosa e per tentata

estorsione aggravata dal metodo e dall’agevolazione mafiosi.

Nell’occasione era stata documentata un’attività estorsiva per

due milioni di euro di provenienza illecita ed era stata

sequestrata un’arma con matricola abrasa e illegalmente

detenuta. Arma che, secondo gli investigatori, era stata ceduta

a Cordua da Procopio. Quest’ultimo è considerato un cosiddetto

‘azionista’, in grado di compiere azioni criminali anche

violente, usando la propria autorevolezza per dirimere

controversie e conflitti favorendo in particolare la famiglia

Muto già colpita dalle operazioni Aemilia e Grimilde.

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